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17 febbraio 2023

L'intervista al presidente Santalucia su La Repubblica


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di Liana Milella

 

"Se i politici leggessero le sentenze capirebbero subito che i magistrati non perseguitano nessuno, ma costituzionalmente garantiscono solo la legalità".


Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia definisce "una scelta errata" l'idea stessa di una commissione d'inchiesta sui giudici e mette in guardia la politica dalla separazione delle carriere che "finirebbe per portare il pm sotto il controllo dell'esecutivo".


Pm e giudici di nuovo sotto lo schiaffo della politica per il flop del Ruby ter. Berlusconi perseguitato oppure questo processo non andava fatto?


"C'è una narrazione profondamente sbagliata per cui l'imputato, il senatore Berlusconi, è stato oggetto di una persecuzione giudiziaria, come se la magistratura avesse individuato una vittima da colpire. Questo è un insulto alla verità che può produrre una distorsione nella pubblica opinione quanto al rapporto tra giurisdizione e imputato che rivesta una carica politica". 


Le difficoltà tecniche sulla qualifica dei testimoni sono note da tempo. I suoi colleghi hanno sbagliato ad andare avanti col processo?


"Io sto a quanto scrive l'attuale presidente in carica del tribunale di Milano Fabio Roia che spiega tecnicamente che cosa è accaduto. Il dato decisivo sta nella qualifica processuale da attribuire alle imputate nei due processi precedenti, Rubi 1 e Rubi 2. Senza addentrarci in disquisizioni estremamente tecniche, è mancato il fatto giuridico e non il fatto materiale". 


Scusi, ma allora non sarebbe stato meglio fermarsi prima del verdetto?

"Dire questo è sbagliato perché muove dalla premessa che un processo che si conclude con l'assoluzione perciò stesso non andava fatto, dimenticando che i processi servono proprio per accertare i fatti che non sempre sono così chiari e limpidi quando sono iniziati. Secondo questa errata concezione i processi giusti sarebbero solo quelli che si concludono con una condanna". 


Beh, se di mezzo c'è un leader politico ed ex premier come Berlusconi, questo problema bisognerebbe porselo. Del resto, giusto nella riforma penale Cartabia, adesso al pm si chiede di andare a processo solo se c'è una ragionevole previsione di condanna.


"Appunto, si tratta pur sempre di una previsione, quindi una prognosi. E richiamo l'attenzione su quanto sarebbe dannoso se si pretendesse di sostituire questa prognosi con un giudizio esclusivamente a bocce ferme, quasi che il pm e il primo giudice, presi dalla paura di perdere, possano impedire sul nascere il processo stesso. Che è pubblico, che si basa su un contraddittorio, e consente a tutti di vedere cosa succede nelle aule di giustizia". 


Lei è un giudice della Cassazione. I pm, per paura di perdere il processo per un inghippo tecnico, potevano non fare questo processo per evitare l'attacco del centrodestra?


"Il mio timore è che alimentando l'idea di uno scontro perenne tra magistratura e potere politico, in cui tutto ciò che accade viene letto in maniera distorta secondo la categoria della persecuzione politica, si finisca con l'erodere il sentimento di autonomia e indipendenza dei magistrati che devono essere sì oggetto di critica e controlli, ma posti al riparo dalla paura di ritorsioni".


La commissione d'inchiesta sull'uso politico della giustizia lei la qualificherebbe come una "ritorsione"?


"Di certo sarebbe una scelta errata perché anch'essa figlia di un'idea tanto diffusa in ambienti politici quanto infondata, e cioè che la magistratura perseguiti qualcuno quando fa i processi. Invece di fare questa commissione sarebbe sufficiente leggere le motivazioni delle sentenze e capire bene cos'è avvenuto e comprendere le vicende che si ritengono pregiudizialmente oscure". 


Nordio vuole separare le carriere. Per lei anche questa sarebbe una vendetta?


"Sarebbe un danno per il Paese e per tutti gli italiani perché, proprio dopo questo esito processuale, abbiamo di fronte l'ennesima prova dell'assoluta indipedenza dei giudici rispetto ai pubblici ministeri. E poi perché un pm separato dalla giurisdizione  - e lo dico a Nordio in quanto ex pm - sarebbe esposto al pericolo di essere ricondotto sotto il controllo del potere politico". 


Guardi che la politica vuole proprio questo, un pm che obbedisca alle sue direttive sull'azione penale emanate dal Parlamento.


"L'Anm ha criticato la riforma Cartabia anche per la parte in cui ha introdotto la previsione dei criteri di priorità per l'azione penale adottati con legge dal Parlamento, primo segno tangibile del pericoloso avvicinamento della politica alla sfera di autonomia degli uffici giudiziari, anche inquirenti, principio inderogabile sancito dalla Costituzione".  


A questo punto, a salvarvi dalle ire di Forza Italia, potrebbe essere solo la Meloni.


"Guardi che qui in gioco non c'è la sorte dei magistrati, ma l'assetto democratico della nostra Repubblica. Un intervento "salvifico" non riguarderebbe noi toghe, ma, come ho gia detto, l'intero Paese". 




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