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17 febbraio 2023

L'intervista del presidente Santalucia su La Stampa


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di Alessandro Di Matteo 

 

L'Italia di tutto ha bisogno tranne che di una nuova stagione di scontri tra politica e magistratura, e l'idea di una commissione di inchiesta sulla giustizia è sbagliata perché accredita l'idea che giudici e pm possano avere svolto un ruolo non proprio.

 

Giuseppe Santalucia, presidente Anm, si augura che nella maggioranza si chiuda rapidamente la tentazione di andare alla resa dei conti con la magistratura, «è qualcosa che consegnerei al passato, perché i problemi sono altri e sono gravi».

 

Ha letto con attenzione i distinguo di FdI e dello stesso Antonio Tajani sulla commissione di inchiesta, e vuole credere che appunto possa «prevalere il buonsenso istituzionale», ma ha ben chiaro che il problema è destinato a riproporsi, perché dentro la maggioranza sono in molti ad essere convinti che giudici e pm siano andati troppo oltre da Tangentopoli in poi. 

 

«Certamente - dice - è un dato di fatto che ci sia qualcuno che ancora coltiva l`idea di una magistratura politicizzata, che si è impegnata in uno scontro politico deviando dai suoi compiti istituzionali. Ma credo che questa idea debba essere messa da parte definitivamente. Basta leggere i provvedimenti giudiziari per capire le ragioni che ne stanno a fondamento».

 

La magistratura, sottolinea, «non ha nulla da nascondere, non ci sono segreti» e rilanciare il racconto di un ruolo politico svolto dai magistrati
 «crea una cattiva suggestione, serve solo a insinuare il sospetto che la magistratura debba essere indagata. Si avvelena il clima, fa pensare che la magistratura abbia commesso qualche comportamento se non illecito, non in linea con i suoi compiti istituzionali. Il solo fatto di prospettare questa eventualità non contribuisce a impostare i rapporti in modo corretto». 

 

D'altro canto, Santalucia ricorda bene che lo stesso ministro Carlo Nordio fino a poco prima di diventare Guardasigilli chiedeva ripetutamente una commissione d`inchiesta sulla magistratura, sa bene che Silvio Berlusconi ritiene di avere dei conti da saldare.

 

E se è vero che la proposta di una commissione di inchiesta Forza Italia l'ha presentata già nella scorsa legislatura, è un fatto anche che l'idea venga rilanciata proprio dopo l'assoluzione del Cavaliere.

 

Ma è proprio questo che non va bene, aggiunge: «Se si pensa che imputare un politico sia un uso politico della giustizia siamo di fronte a un grosso fraintendimento. La sovranità della politica non si misura nel processare un politico. È una narrazione ingiusta quella della narrazione politica. E l'assoluzione di per sé non significa che il processo sia ingiusto o che non andava fatto. È un esito fisiologico del processo. Se uno sapesse già quali sono quelli che avranno un esito di condanna potrebbe fare solo quelli. Ma non è così. Dire che l'assoluzione sia la prova di una parzialità degli inquirenti non fa bene alla vita delle istituzioni».

 

Peraltro, anche l'ala della maggioranza che frena sulla commissione di inchiesta poi rilancia l`esigenza di una riforma. Ma Santalucia non è entusiasta nemmeno di questo: «Possiamo dire che ormai la giustizia è sottoposta perennemente ad una riforma: l'hanno fatta Orlando, Bonafede, Cartabia...».

 

Insomma, meglio evitare di «sprecare energie, perché più che di riforme abbiamo bisogno di risorse, di servizi, per far sì che le riforme fatte appena qualche mese fa possano trovare attuazione. Un cantiere sempre aperto non crea l'ambiente per operare al meglio».

 

Di sicuro, sottolinea, non c'è bisogno della separazione delle carriere, «sarebbe una scelta sbagliata, la premessa per creare un pm sottoposto al controllo della politica».  E qui il presidente Anm si rivolge direttamente a Nordio: «Chiederei al ministro di essere più presente nell'amministrazione, che come legislatore. Bisogna far funzionare le riforme fatte, i magistrati sono impegnati per questo e hanno bisogno di un ministro che assuma fino in fondo il suo compito di gestore delle risorse». 


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