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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

6 maggio 2024

"La nostra indipendenza messa a rischio"

Il presidente ANM a La Repubblica


Giuseppe Santalucia - Presidente ANM

di Liana Milella

Presidente Santalucia ha avuto news da Nordio?
“Finora ho ricevuto solo il preannuncio di una chiamata”.

Insisterà per sentirlo?
“Abbiamo sempre detto che chiediamo di essere ascoltati per un confronto. Mai necessario come quando in ballo c’è una riforma costituzionale”.

Come si spiega il suo no per Palermo?
“Il nostro invito resta fermo perché il congresso è la sede ottimale per il confronto che vorremmo”.

Lui ha paura dei fischi?
“Il dissenso dei magistrati deve darlo per scontato. Perché conosce bene la contrarietà storica e unanime di tutta l’Anm alla separazione delle carriere e alla complessiva revisione costituzionale annunciata”.

Gli hanno ordinato dall’alto di non esserci per delegittimare l’Anm?
“Non penso proprio, anche perché la premier, da noi invitata, ha delegato il vice ministro della Giustizia Sisto”.

Sisto non vale Meloni e Nordio.
“Per noi è il delegato del governo”.

Ci saranno Schlein e Conte. Finirà come con Crosetto che accusò Area di essere un covo di comunisti?
“È impossibile. L’Anm ha invitato tutti i segretari e responsabili Giustizia dei partiti”.

E che adesioni ha avuto?
“Enrico Costa di Azione ha detto che verrà”.

Solo lui finora? Proprio il padre del “bavaglio ai giornalisti”? State facendo anche voi la fine della stampa a cui questo governo cerca in ogni modo di chiudere la bocca?
“Il malessere e la protesta dei giornalisti italiani meritano grande considerazione perché sono la spia del disagio che oggi avvertono gli organi di garanzia. C’è il pericolo di uno squilibrio che va a tutti i costi evitato ritornando a riflettere con maggiore forza sull’attuale assetto costituzionale”.

La Carta è garante della libertà d’informazione e del pari della vostra indipendenza. Sarà per questo che stiamo rischiando di perderla siano noi che voi?
“Libertà di stampa e indipendenza della magistratura fanno parte dell’architrave che sorregge la nostra Repubblica e quindi devono essere considerati da tutti un bene prezioso”.

Ma proprio parlando di Costituzione è vero che c’è una fronda “separazionista” di Magistratura indipendente?
“Lo escludo nettamente perché la nostra posizione su questi temi è davvero unanime”.

Esclude pure un richiamo da Chigi del potente Mantovano, ex toga di Mi?
“Certo che sì, lo escludo”

Mattarella c’è. Parlerà?
“Il presidente ci onorerà della sua presenza, ma com’è sempre avvenuto si limiterà ad ascoltare la relazione introduttiva. Va da sé che il suo è un segno di grande attenzione di cui siamo riconoscenti”.

Perché giusto ora il ddl costituzionale?
“Sapevamo già che prima o poi il governo lo avrebbe presentato. Io stesso, con il segretario Salvatore Casciaro e la vicepresidente Alessandra Maddalena, sentiti dalla commissione Affari costituzionali della Camera abbiamo espresso la nostra netta contrarietà. Ragioni, sia chiaro, tutt’altro che corporative”.

La riforma serve per il voto europeo visto che il vostro gradimento nel Paese è sotto il 40%?
“Un dato tutto da dimostrare, ma al netto di questo non so cosa ci sia dietro l’agenda del governo. Per certo una riforma costituzionale di tale portata non può mai dipendere da percentuali di gradimento”.

Ai tempi del “resistere resistere resistere” di Borrelli queste stesse riforme erano solo annunciate. Ora sono alle viste. Allora fu sciopero. Adesso?
“La magistratura parlerà nel suo congresso, e sono certo che lo farà con un’unica voce. Non esiste ancora un testo. Solo su quello valuteremo gli ulteriori passi da fare”.

Beh…avete ingoiato senza urla i test…
“Non siamo affatto inerti. Con l’università Statale di Milano stiamo organizzando una giornata di studio con la presenza di psicologi e costituzionalisti per fare il lavoro istruttorio che né il governo, né le commissioni Giustizia di Camera e Senato hanno ritenuto di fare. Manderemo il resoconto a Nordio e al Parlamento”.

Carriere separate. Che ci guadagna il cittadino italiano?
“Nulla. Perderà la garanzia di effettiva indipendenza della magistratura nel suo complesso”.

Nel testo discusso a palazzo Chigi venerdì scorso non c’era la discrezionalità dell’azione penale. Meloni teme che gli italiani ci vedrebbero una misura proteggi casta?
“Non ho bozze, ma già la separazione delle carriere è un passo che va in quella direzione. Se poi, come dice Sisto, il pm manterrà la sua indipendenza, mi chiedo quale sia allora il senso della riforma se tutto resterà come oggi? Non basta lasciare la Costituzione com’è?”.

Ci sono le due future vite di pm e giudici, e il Csm ridotto in pezzi.
“Purtroppo è così. Se il progetto è questo ridimensionerà il potere giudiziario”.

È quello che vogliono.
“Spero che alla fine la riforma sarà valutata con freddezza, serenità e razionalità, come tutti gli italiani, e non soltanto i magistrati, meritano”.

Nordio cita sempre Vassalli “eroe della Resistenza”. Ma allora lui che ci fa in questo governo?
“Proprio pensando ai tanti eroi della Resistenza io, come tutti i magistrati, manteniamo un radicato conservatorismo costituzionale”.



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