10 agosto 2024
“Le misure preventive sono l’eccezione. Limitarle non serve”
L'intervista del segretario generale Salvatore Casciaro al QN
Secondo il segretario generale dell’Associazione Nazionale Magistrati Salvatore Casciaro l’ipotesi di limitare la carcerazione preventiva non è una soluzione per il sovraffollamento: "La carcerazione preventiva è l’extrema ratio cui i magistrati ricorrono già ora in casi davvero eccezionali. Altre, piuttosto, sarebbero le strade da percorrere. Si è già avviato con la legge Cartabia un percorso per valorizzare e potenziare le pene sostitutive, ma spesso mancano strutture e organici per rendere effettivo un progetto di recupero esterno al circuito penitenziario".
Cosa invece si potrebbe fare?
"Molte cose andrebbero fatte. Serve assicurare l’effettività del lavoro e dell’assistenza sanitaria, psicologica e psichiatrica, per fronteggiare le situazioni di disagio e sofferenza che richiederebbero attenzione, capacità di ascolto e, in taluni casi, cure immediate. Ci vuole disponibilità a risolvere i problemi della magistratura di sorveglianza: troppo pochi i magistrati che fronteggiano, con rilevanti scoperture di personale amministrativo, un’enorme mole di lavoro. Quindi garantire spazi adeguati per i detenuti con l’ampliamento e l’ammodernamento delle strutture carcerarie e delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Non si è fatto abbastanza".
Cosa pensa dello scudo penale per i governatori?
"Penso che la misura non abbia alcuna attinenza con l’emergenza delle carceri. Da quanto leggo, è un’idea trasfusa in un ordine del giorno dai contorni ancora vaghi e indefiniti. Ovviamente il legislatore farà le sue scelte nell’ambito della sua discrezionalità ma dovrà pur sempre tener conto della compatibilità con i principi costituzionali, tra cui quello di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, e con gli obblighi internazionali, come la convenzione di Merida.
Secondo la Camera Penale di Catania il messaggio del decreto carceri è "che muoiano tutti”.
"Osservo che il decreto, contraddicendo i presupposti di necessità e urgenza, appronta misure tardive e insufficienti, mostrando una consapevolezza non piena dei problemi o quanto meno una carente determinazione nel risolverli".
Le critiche dell’Anm al decreto carceri hanno riguardato i tagli dei tempi per la formazione della polizia penitenziaria e l’introduzione del reato di peculato per distrazione, effettuata per «mettere una pezza» all’abolizione dell’abuso d’ufficio. Il ministro vi ha ascoltato?
"L’Anm cerca di fornire costantemente un contributo tecnico per risolvere i problemi. Non sempre è ascoltata, e lo dico con rammarico perché occorre ‘fare squadra’ per comprendere la complessità di certi fenomeni e per individuare soluzioni efficaci. Negli ultimi tempi assistiamo invece a un impegno del governo su temi che nessun impatto avranno su efficienza e qualità della giurisdizione".