31 ottobre 2024
"Un magistrato intimidito è un cattivo affare per tutti"
Il presidente Santalucia a Famiglia Cristiana
Dottor Santalucia, come definirebbe il rapporto corretto tra Governo e magistrati?
«Con il rispetto reciproco delle funzioni, che concorrono entrambe al benessere della collettività, ma ciascuna con i propri strumenti e finalità».
I magistrati fanno opposizione con gli atti?
«È un'accusa che viene mossa ex post, quando una sentenza percepita in contrasto con le attese di chi governa, viene colorata di 'rosso". Invece di contestare il provvedimento nelle sedi proprie, lo si svilisce attaccando i magistrati che lo hanno adottato. Un modo sbagliato di impostare i rapporti tra politica e giustizia».
Che effetti ha sui singoli e sull'istituzione?
«Anche quando come Anm prendiamo posizione a sostegno dei singoli, lo facciamo per difendere la possibilità che in questo Paese la funzione giudiziaria sia esercitata in autonomia e indipendenza, senza speranza di prebende e di carriera e senza paura di ritorsioni. Attacchi forti e rumorosi possono creare pressioni in chi dovrà decidere, dopo che il Governo ha mostrato platealmente il suo sfavore nei confronti delle sentenze di Roma, poi so che i colleghi hanno spalle larghe, sapranno superare questa umana reazione. Un giudice intimidito è un cattivo affare per tutti: oggi si piega a un potere, domani a un altro».
Quale accusa pesa di più?
«Quella di prendere "decisioni pregiudiziali". E il modo peggiore di rappresentare la magistratura ai cittadini: un giudice che ha un pregiudizio è un non giudice».
Un ministro ha invitato la magistratura all'autocritica. Ce n'è bisogno?
«È sempre una positiva, siamo tutti esseri umani fallibili, ma perché invocarla ora? Non abbiamo cercato scontri, siamo stati aggrediti perché dei colleghi (tra loro Silvia Albano, minacciata di morte dopo il clamore, ndr) hanno applicato norme vincolanti di diritto sovranazionale. Le decisioni di una sezione di un Tribunale su nuove normative è sempre condivisa, non di singoli: la personalizzazione è impropria. Se l'autocritica serve per abbassare le difese verso l'autonomia e l'indipendenza della giurisdizione, non è il momento di esercitarla».