15 maggio 2025
Il documento ufficiale dell’Eaj sull’Italia
- L’Associazione europea dei magistrati (Eaj), in precedenti occasioni, ha già espresso le proprie serie preoccupazioni in merito alle proposte avanzate dal governo italiano e contenute nel disegno di Legge costituzionale n. 1917 – “Disposizioni sull’ordinamento giudiziario e istituzione della Corte disciplinare”, che prevede modifiche alla Costituzione italiana tali da compromettere l’indipendenza della magistratura. In una risoluzione adottata durante il meeting di Varsavia del 26 aprile 2024, l’Eaj ha giudicato inaccettabili (tra le altre) le seguenti proposte: la selezione tramite sorteggio dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura (Csm), la divisione dell’attuale Consiglio, che include sia giudici sia pubblici ministeri, in due Consigli distinti e la riduzione delle competenze del Consiglio, incluso il trasferimento della giurisdizione disciplinare ad altro istituendo organo. Essendo stata informata, durante il meeting tenutosi a Città del Capo nell’ottobre 2024, che il governo italiano non aveva cercato di modificare le sue proposte per rispondere alle preoccupazioni espresse in quella risoluzione, l’Eaj ha inviato una lettera al governo ribadendo e sottolineando le obiezioni alle proposte presentate e sollecitando il governo a non procedere oltre sulla strada tracciata.
- Riunitasi il 9 maggio 2025 a Yerevan, l’Eaj ha appreso con ulteriore preoccupazione e grande delusione, grazie all’aggiornamento offerto dall’Associazione nazionale magistrati (Anm), che, nonostante le forti critiche espresse anche dalla magistratura italiana e da autorevoli giuristi, e malgrado la massiccia mobilitazione dei magistrati italiani culminata in uno sciopero nazionale, il governo italiano sta procedendo con l’iter legislativo senza alcun riesame critico degli aspetti contestati del disegno di legge.
- L’Anm ricorda che dal 1948 l’Italia è stata apprezzata per aver creato un impianto costituzionale ben congegnato, in cui il bilanciamento dei poteri dello Stato garantisce anche le necessarie tutele per un sistema giudiziario indipendente. Tale impianto include un Consiglio unico per giudici e pubblici ministeri, con una chiara maggioranza di membri togati eletti dai loro pari, responsabile di tutte le questioni riguardanti la carriera dei magistrati, tra cui quella delicata e fondamentale della competenza sui procedimenti disciplinari. Tali garanzie sono state pensate per impedire qualsiasi tentativo di ritorno al periodo fascista nel quale l’Italia aveva sofferto profondamente. Molti altri Paesi hanno preso esempio e ispirazione dal sistema italiano; il sistema giudiziario italiano ha dimostrato più volte la sua efficacia nella lotta contro la criminalità organizzata (mafia) e la corruzione (es. “mani pulite”). Smantellare parti essenziali di un sistema che tutela lo Stato di diritto e il popolo italiano da abusi di potere rappresenta un passo indietro che desta preoccupazione a livello europeo.
- Per comodità, le principali obiezioni già sollevate dall’Eaj si possono riassumere come segue:
(a) La frammentazione del Consiglio superiore della magistratura in due Consigli separati (uno per i giudici, uno per i pubblici ministeri) può indebolire la magistratura e aprire la strada a interferenze nei procedimenti penali; la solida garanzia contro indebite pressioni esterne potrebbe essere indebolita e la tutela dell’unità e dell’autonomia della magistratura compromessa.
(b) Le procedure disciplinari, che possono influenzare in modo decisivo la carriera dei magistrati, sono una competenza fondamentale dell’organo responsabile della tutela dell’indipendenza della magistratura e della garanzia dell’efficacia del sistema giudiziario. Ciò deve riflettersi anche nelle modalità di costituzione di tale organo e nelle modalità di selezione delle persone che lo compongono.
(c) Un meccanismo di selezione casuale (il sorteggio) dei membri togati degli organi di autogoverno contraddice palesemente gli standard europei, secondo i quali i membri dei consigli di giustizia devono essere eletti dai loro pari (cfr. Raccomandazione CM/Rec (2010) 12 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, punto 27).
- Va inoltre osservato che, nella sua più recente relazione sullo Stato di diritto (cfr. 2024 Rule of law report, “Rule of law situation in Italy”, p. 7), la Commissione europea ha espresso preoccupazioni analoghe riguardo alla riforma prevista e si terrà presente che la Commissione dispone di strumenti per tutelare lo Stato di diritto.
Alla luce di quanto sopra, l’Eaj rinnova l’invito al governo italiano a riconsiderare il percorso intrapreso e ad abbandonare la riforma costituzionale nella forma attuale, le cui caratteristiche dannose non contribuiranno all’efficienza della giustizia ma mineranno l’indipendenza della magistratura e la fiducia in essa.
Traduzione italiana a cura dell’Anm