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20 luglio 2025

Maruotti (Anm) "Inaccettabile non vogliono magistrati liberi"

Il segretario Maruotti a Repubblica


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Rocco Maruotti, segretario dell'Anm, come valuta le ultime uscite del ministro Nordio sull'appellabilità delle sentenze di primo grado?
«Viene da chiedersi se il ministro, che evoca spesso l'articolo 111 della Costituzione sul giusto processo, come riferimento per la sua riforma, quell'articolo lo abbia letto davvero. Perché prevede che contro le sentenze sulla libertà personale è sempre ammesso il ricorso per Cassazione. Inoltre, se è vero che uno degli obiettivi della riforma Nordio è quello di assicurare una reale parità tra le parti processuali, non si comprende come questo obiettivo sia compatibile con la volontà di eliminare del tutto il potere di impugnazione del pm».

Nordio ha attaccato violentemente il magistrato di Cassazione, Raffaele Piccirillo, dopo un'intervista a Repubblica. Ma i magistrati possono esprimere le proprie opinioni quando si parla di diritto?
«Direi che i magistrati, al pari di qualsiasi altro cittadino, possono esprimere le proprie opinioni, e a maggior ragione quando si parla di diritto. Basta leggere la Costituzione per rendersi conto che il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero è garantito a tutti. Ma secondo alcuni solo per i magistrati questo diritto non vale se intendono manifestare opinioni sgradite al potere esecutivo».

L'Anm si era detta disponibile a un confronto. Questi atteggiamenti Io rendono ancora possibile?
«L'Anm è sempre stata e continuerà ad essere aperta al confronto. Peccato, però, che tutte le nostre proposte, comprese quelle per una giustizia più efficiente, sinora non abbiano trovato risposta. Anzi le soluzioni prospettate dal ministro, e per ora rimaste lettera morta, vanno nella direzione opposta. E questo, purtroppo, anche sul tema del sovraffollamento carcerario che rappresenta una delle concause dei 130 suicidi negli ultimi 18 mesi».

Il Csm ha fatto proposte concrete per fare in modo che l'Italia rispetti le scadenze imposte dal Pnrr. Fino a questo momento come valuta il lavoro del governo?
«Il lavoro del governo lo valuteranno gli italiani quando saranno chiamati a votare. Sul punto rilevo soltanto che il ministero della Giustizia si è accorto troppo tardi che uno degli obiettivi in materia di giustizia non sarebbe stato raggiunto, anche a causa di una sbagliata programmazione delle risorse necessarie. A fronte del rischio di perdere miliardi di euro di fondi europei, il ministero ha chiesto soccorso al Csm per l'individuazione di soluzioni che, evidentemente, a via Arenula non sono stati in grado di trovare. Adesso siamo in attesa di conoscere se e quali delle iniziative suggerite verranno realmente messe in campo. Solo dopo potremo valutare la loro reale efficacia».

Siamo tornati ai tempi dello scontro frontale governo-toghe. Se lo aspettava?
«Non vi è uno scontro per il semplice fatto che gli attacchi vengono tutti e solo dal governo. I magistrati non fanno altro che applicare le leggi, anche quando l'effetto che ne deriva non è gradito al governo. Se, invece, si pensa, come è stato sostenuto anche dal ministro Nordio, che compito della magistratura sia quello di collaborare per la realizzazione del programma di governo, allora si comprende la foga che anima il percorso parlamentare della riforma della magistratura che è la prima riforma costituzionale della storia repubblicana che verrà approvata a colpi di maggioranza».



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