La consultazione di tutti i
magistrati per far emergere un ampio numero di candidature per il
rinnovo del Consiglio superiore della magistratura nel 2010, sarà
discussa domani, sabato 5 dicembre, dal Comitato direttivo centrale
dell'Associazione nazionale magistrati, su proposta della Giunta
dell'Anm. Come si ricorderà, il 18 novembre scorso la Gec aveva già
approvato un documento, ora trasmesso in versione definitiva (qui
allegata) a tutti i componenti del Cdc. Le linee generali e gli
obiettivi della proposta sono stati illustrati ieri ai giornalisti
a Rimini dal presidente dell'Anm Luca Palamara, in occasione del
Salone della Giustizia.
Si propone di indire nel prossimo
mese di febbraio la consultazione di tutti i magistrati, in sei
collegi territoriali per le candidature dei giudici e in tre per le
candidature dei pubblici ministeri (ed eventualmente per la
Cassazione), con analogo numero di elettori. La consultazione,
aperta ovviamente a tutti i magistrati con diritto di voto alle
prossime elezioni del Consiglio superiore, consente a ogni
eleggibile di proporre la propria candidatura e un "programma
elettorale", con una semplice "dichiarazione di disponibilità" e
senza dover raccogliere firme di presentazione. Anche i gruppi
associativi potranno proporre programmi e candidati in ogni
collegio, e sono invitati a favorire la presentazione di più
candidature «nella propria area culturale». Ogni elettore esprimerà
un voto per ciascuna delle tre categorie di eleggibili (giudici,
pubblici ministeri, magistrati con funzioni di Cassazione).
Il documento dell'Anm osserva che
la riforma elettorale del 2002 (legge 44/2002) ha ottenuto effetti
opposti agli obiettivi dichiarati, poiché l'elezione richiede,
«prima ancora del consenso degli elettori, di essere forte
all'interno del proprio gruppo». Pertanto l'Anm intende «esercitare
pienamente il proprio ruolo di rappresentanza» e favorire
«un'autentica partecipazione al sistema dell'autogoverno» e «una
maggiore legittimazione democratica all'elezione del Csm».
Obiettivo dell'Associazione, infatti, «non è certamente (quello) di
stabilire un legame preferenziale con i gruppi associati o
influenzare le scelte del Csm, con l'effetto di condizionarne il
funzionamento».
La consultazione è preliminare alla
presentazione delle candidature per il Csm, che «saranno adottate
da ciascun gruppo o da singoli interessati». Poiché sarà la Giunta
esecutiva centrale a dare attuazione alla consultazione (il cui
scrutinio avverrà in sede locale) i dieci componenti hanno deciso
di non parteciparvi come candidati, per ragioni di «oggettiva
incompatibilità».
Il Comitato direttivo centrale
dovrà anche decidere se svolgere o meno la consultazione per la
Cassazione, e se prevedere tre collegi come per il Pm; inoltre
dovrà valutare l'eventualità di un secondo voto di preferenza, da
considerare però in modo distinto nello spoglio (un po' come nei
sistemi che adottano il panachage) per evitare possibili
alterazioni del risulta-to e ridurre «i rischi di
inquinamento».
(allegata la proposta della Giunta
al Comitato direttivo centrale dell'Anm)
Roma, 4 dicembre 2009
Ufficio stampa Anm, Angelo
Ciancarella
href="mailto:ciancarella.stampa@associazionemagistrati.it">ciancarella.stampa@associazionemagistrati.it
Sulla consultazione dei
magistrati
in vista del rinnovo del Csm
Proposta della Giunta al
Comitato direttivo centrale del 5.12.2009
1. Il sistema
introdotto nel 2002 per la elezione dei componenti togati del Csm
si è rivelato, nella sua pratica applicazione, uno strumento che ha
fortemente limitato il diritto degli elettori di scegliere le
persone più idonee a rappresentarli.
L'abolizione del voto per liste e la introduzione di un voto
singolo per categorie in un collegio unico nazionale ha, infatti,
determinato la presentazione di un numero di candidati quasi
corrispondente a quello dei posti disponibili.
Per la gran parte degli eletti la scelta è stata quindi di fatto
sottratta agli elettori e anticipata ad una fase antecedente al
voto, cioè quella della selezione dei candidati all'interno dei
singoli gruppi associati.
Ora, per quanto democratici e partecipati possano essere i
meccanismi di scelta all'interno di ciascun gruppo, è evidente che
dagli stessi rimangono estranei tutti i magistrati che
legittimamente non intendono partecipare all'attività dei gruppi e
che, tuttavia, godono, in base al dettato costituzionale, del
diritto di eleggere i rappresentanti al Csm.
È innegabile che in questo modo si sia determinato un meccanismo
nel quale chi aspira ad essere eletto al Csm ha bisogno, oggi,
prima ancora che del consenso degli elettori, di essere forte
all'interno del proprio gruppo.
L'Associazione nazionale magistrati ritiene, come più volte
ribadito, che il sistema elettorale che maggiormente risponde
al ruolo costituzionale del Consiglio superiore della magistratura
sia quello proporzionale per liste concorrenti. Il sistema
proporzionale per liste, infatti, è l'unico idoneo a garantire allo
stesso tempo la rappresentanza all'interno del Csm delle diverse
culture della magistratura e la possibilità per gli elettori di
scegliere le persone ritenute maggiormente idonee a rappresentarli.
In questo senso abbiamo chiesto e chiediamo alla politica una
riforma della legge elettorale del Csm.
In assenza di interventi del legislatore riteniamo, però, sia
nostro dovere individuare un sistema che attenui o riduca i guasti
più evidenti della legge del 2002 e che restituisca agli elettori
una reale e concreta possibilità di indicazione dei propri
rappresentanti.
2. L'intendimento
dell'Anm non è certamente di stabilire un legame preferenziale con
i gruppi associati o di influenzare le scelte del Csm, con
l'effetto di condizionarne il funzionamento, ma al contrario di
esercitare pienamente il proprio ruolo di rappresentanza dei
colleghi, attraverso la promozione di una consultazione aperta a
tutti i magistrati per recuperare un'autentica partecipazione al
sistema dell'autogoverno.
Di qui la proposta della Giunta dell' Anm di organizzare una
consultazione preliminare tra tutti gli elettori, che preceda la
fase di selezione delle candidature da parte dei gruppi.
E ciò sarà ancora più significativo
se si consideri il ruolo rilevante che nel dibattito avranno le
differenti opzioni culturali, che consentiranno una scelta
basata effettivamente sull'adesione a programmi e idee.
Siamo consapevoli del fatto che questa consultazione sarà
possibile solo con l'esplicita adesione e partecipazione di tutti i
gruppi organizzati, ai quali l'Anm chiede di collaborare a un
progetto che dia maggiore legittimazione democratica all'elezione
del Csm, favorendo l'indicazione dei candidati/eletti da
parte di TUTTI i magistrati italiani.
Per realizzare questo obiettivo è necessario che i gruppi
associativi si impegnino a partecipare alla consultazione favorendo
l'indicazione o l'emersione di un numero congruo di candidati, in
modo da assicurare una effettiva selezione tra gli stessi e rendere
possibile un confronto con candidati che non siano espressione dei
gruppi associativi.
La consultazione che proponiamo non può ovviamente avere carattere
vincolante per nessuno, in quanto le scelte sulle candidature
saranno adottate da ciascun gruppo o da singoli interessati;
riteniamo, tuttavia, che una consultazione vera, aperta e
partecipata possa fornire un rilevante contributo in favore di
scelte dei gruppi e dei singoli maggiormente in sintonia con le
indicazioni dell'elettorato.
Proprio per questo è evidente che il meccanismo della
consultazione non può riprodurre quello previsto per le elezioni,
in quanto sarebbe inevitabile il rischio di una duplicazione dei
suoi effetti negativi.
La proposta che vogliamo, pertanto, formulare è quella di una
consultazione per aree territoriali, tale da consentire una
maggiore vicinanza dei candidati agli uffici giudiziari nei quali
operano.
Per evitare, però, da un lato una eccessiva parcellizzazione del
voto e dall'altro che emerga un numero troppo elevato di eleggibili
(tale da restituire pienamente alle correnti la selezione dei
candidati) proponiamo la formazione di:
- sei collegi territoriali per il merito;
- tre per il pubblico ministero e per la Cassazione;
- i collegi dovranno essere costituiti sulla base del
criterio della contiguità territoriale e con pari numero di
elettori.
Si individuano, inoltre, le seguenti principali regole della
consultazione:
- la consultazione si terrà nel mese di febbraio;
- tutti i magistrati che hanno diritto di voto per il Csm
possono partecipare alla consultazione;
- tutti i magistrati eleggibili per il Csm sono candidabili
in uno dei collegi territoriali indipendentemente dalla sede di
esercizio delle funzioni;
- la presentazione delle candidature avviene con una
dichiarazione di disponibilità, senza bisogno di firme di
presentazione;
- tutti i candidati devono indicare un programma
elettorale;
- i gruppi associativi possono presentare programmi e liste
di candidati. In tal caso devono indicare più candidati per ogni
collegio;
- i gruppi associativi che non intendono presentare liste di
candidati devono impegnarsi a favorire in ogni collegio la
presentazione di più candidature nella propria area
culturale;
- ogni elettore esprime un voto per ciascuna categoria;
- lo spoglio avviene nella sede del distretto più grande del
collegio;
- la Gec è delegata alla concreta individuazione dei collegi
territoriali, alla nomina degli uffici elettorali locali e di
quello centrale, e agli ulteriori necessari adempimenti
esecutivi.
3. La Giunta è
consapevole del fatto che la consultazione per la Cassazione
presenta alcune problematicità particolari, legate al fatto che si
tratta di un ufficio a competenza nazionale e di un collegio che
esprime solo due eletti. In questo caso è serio il rischio che la
consultazione diventi una sorta di preelezione, che finisca
inevitabilmente per valere come test per le successive elezioni.
Per questo la Giunta propone al Cdc due possibili alternative: o
rinunciare alla consultazione per la Cassazione, oppure prevedere
tre collegi come per il pubblico ministero.
4. Da parte di
alcuni è stata avanzata l'opportunità di prevedere la possibilità
per l'elettore di esprimere più di un voto di preferenza per
ciascuna categoria di eleggibili. La proposta ha certamente
il merito di rispondere ad una esigenza, piuttosto diffusa in
magistratura, di consentire agli elettori di esprimere più
preferenze anche per persone appartenenti a diverse aree culturali.
La Gec ritiene, però, che la possi-bilità di esprimere più
preferenze determinerebbe rischi di alterazione del risultato,
derivanti da accordi tra candidati o gruppi di candidati.
Una soluzione intermedia, che la Gec ritiene di offrire al
dibattito del Cdc, potrebbe essere rappresentata dalla previsione
di un secondo voto di preferenza, che sia però esplicitamente
qualificato come tale nella scheda e che quindi sia considerato in
modo distinto nello spoglio. In questo modo potrebbero risultare
ridotti i rischi di inquinamento del risultato.
*
Un'ultima notazione.
L'organizzazione da parte della Gec di una tale consultazione
determina, ad avviso unanime dei suoi componenti, una oggettiva
incompatibilità a partecipare come candidati alla consultazione. È
un principio generale per noi scontato, quello della astensione in
presenza di potenziali conflitti di interesse, ma che probabilmente
di questi tempi giova ribadire.