7 settembre 2010
Palamara: servono interventi seri e mirati
L'ANM a Reggio Calabria dopo l'attentato al procuratore Di Landro
Oggi a Reggio Calabria, alla presenza di una delegazione della Gec composta da Luca Palamara, Gioacchino Natoli, Anna Canepa e Antonio Balsamo e della Giunta distrettuale dell'Anm, si è svolta l'assemblea indetta dall’Associazione nazionale magistrati per discutere dell’attentato compiuto il 26 agosto scorso contro il procuratore generale Salvatore Di Landro e della grave situazione di disagio degli uffici giudiziari, in particolare di quelli del distretto di corte d’appello di Reggio Calabria.
Amplissima partecipazione all’assemblea da parte di magistrati, avvocati, rappresentanze sindacali, autorità politiche, associazioni, cittadini.
Numerosi gli intervenuti che hanno rappresentato le carenze organiche e strutturali degli uffici giudiziari del territorio e la pericolosità dei fenomeni delinquenziali.
«Perderemmo tutti se continuassimo a ritenere l’episodio del 26 agosto riferibile soltanto al procuratore Di Landro - ha dichiarato il presidente dell’Anm Luca Palamara -. I fatti accaduti colpiscono tutta la magistratura italiana . Ecco perché l’Anm ha voluto affrontare il problema non isolatamente, ma pubblicamente e collettivamente, convocando un’assemblea aperta al confronto e alla partecipazione di tutti.
L’assemblea di oggi non è un momento di scontro, ma un’occasione per lo Stato di affermare la sua presenza. C’è il rischio, però, che incontri come questo si riducano soltanto a una passerella. Per troppo tempo, infatti, questi uffici sono caduti nel dimenticatoio. Noi, invece, vogliamo che il problema della Calabria non venga trattato in una logica emergenziale, ma di normalità».
Palamara ha invitato la politica - il Governo e l’opposizione - a fare gioco di squadra per combattere insieme la ‘ndrangheta e ogni forma di collusione con essa attraverso la coerenza tra affermazioni, comportamenti e fatti.
«Abbiamo bisogno - ha continuato - di interventi seri e mirati che non mettano in secondo piano le priorità del servizio giustizia. Abbiamo bisogno di non essere delegittimati nel nostro lavoro. Occorre, inoltre, che non vengano introdotti provvedimenti che privano i magistrati di strumenti indispensabili per le indagini come quello delle intercettazioni».
Il presidente dell’Anm ha sottolineato che i magistrati vittime di vili atti intimidatori non saranno mai lasciati soli, precisando, tuttavia, che l’Associazione offrirà solidarietà e sostegno soltanto a una magistratura non docile e che non piega la testa anche davanti a indagini che sfiorano il potere.
«La nostra azione – ha concluso Palamara – sarà ispirata sempre alla tutela dell’autonomia e dell’indipendenza, intese non come privilegio dei magistrati, ma come condizione indispensabile per garantire il servizio giustizia ai cittadini per i quali ogni giorno svolgiamo la nostra opera».