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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

25 luglio 2025

"Così l'Anm si mobilita contro la riforma Nordio".

Maruotti al Foglio


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di Ruggiero Montenegro


L'Anm scalda i motori. "L'approvazione della riforma del Csm, perché di questo si tratta, anche in Senato era scontata. Ma il metodo utilizzato farà ricordare questa revisione della Costituzione come la più divisiva della storia repubblicana". Parte da qui Rocco Maruotti, il segretario nazionale dell'Associazione nazionale magistrati. Annuncia mobilitazioni e iniziative per contrastare il disegno dell'esecutivo sulla giustizia. Perché, dice Maruotti, "ciò che più preoccupa è il fatto che il governo stia andando avanti nonostante lo stesso ministro Nordio abbia ripetuto più volte che si tratta di una riforma con diverse criticità e alla quale lui stesso è stato contrario per buona parte della carriera, come dimostra la sua firma sotto l'appello dell'Anm del 1994 contro la separazione delle carriere". Il Guardasigilli poi ha spiegato di aver cambiato idea poco dopo, "in seguito al suicidio di un indagato in una mia inchiesta". Ma ad alimentare le perplessità dell'Anm c'è anche l'atteggiamento dei partiti. "Il fatto che, subito dopo il voto in Senato, i parlamentari di FI abbiano dedicato questo risultato a Berlusconi e quelli di FdI abbiano esposto uno striscione con su scritto 'giustizia è fatta' la dice lunga sullo spirito puramente vendicativo che anima la riforma".
Adesso il referendum appare ormai inevitabile. Mentre l'Anm ha già costituito un comitato che si occuperà proprio di contrastare il disegno del governo. Segretario, come vi state preparando alla battaglia? "Parlare di battaglia è improprio. In ogni caso il suo esito non dipenderà dall'Anm, ma dalla volontà dei cittadini, i quali, tra il rischio di una torsione autoritaria a cui si potrebbe andare incontro, e la tutela dell'attuale assetto costituzionale, che ha consentito, anche grazie alla magistratura, di preservare l'Italia da mafia e terrorismo, sapranno sicuramente da che parte stare". E' quello che si augurano anche le opposizioni. Nella vostra mobilitazione vi aspettate l'appoggio di Pd, M5s e Avs? "I magistrati vivranno la campagna referendaria come un momento di confronto con i cittadini su un tema cruciale, che riguarda l'assetto dei poteri e quindi che tipo di democrazia vogliamo nel nostro paese", risponde Maruotti. "Quella dei partiti sarà sicuramente una campagna diversa dalla nostra, perché diverso è il ruolo che svolgono nella società. Ed è giusto che questa differenza permanga e resti evidente". Un passaggio importante verso il referendum sarà rappresentato dall'assemblea nazionale dell'Anm, prevista in autunno. In quella sede i magistrati affineranno la strategia. "Come lo scorso anno, l'assemblea sarà necessariamente incentrata sulla riforma del Csm e sarà, molto probabilmente, aperta al contributo di osservatori esterni". Maruotti si riferisce a "costituzionalisti, personalità del mondo della cultura, del giornalismo e della società civile. Anche perché siamo convinti che se la difesa della Costituzione rimane affidata solo ai magistrati finisce per apparire una difesa corporativa". Anche un nuovo sciopero è nell'ordine delle cose? "Abbiamo già dimostrato, con lo sciopero del 27 febbraio, con 1'80 per cento di adesioni, che la magistratura è compatta nel ritenere la riforma dannosa. Personalmente - aggiunge - non credo sia necessario ripetere quella forma di protesta. Ne faremo altre, la fantasia non ci manca". Il voto in Senato intanto è arrivato mentre i pm vengono accusati di essere "politicizzati", dopo le indagini di Milano, di Pesaro e non solo. Sospetti bipartisan ultimamente. Mentre talvolta gli indagati, il sindaco Sala per esempio, scoprono le inchieste dai giornali. "Le accuse di politicizzazione sono le più gravi perché minano l'essenza stessa della giurisdizione, i cui tratti necessari sono imparzialità e indipendenza. In ogni caso le recenti vicende giudiziarie dimostrano semmai che la magistratura non pende da nessuna parte, ma - conclude Maruotti - esercita il suo ruolo senza guardare in faccia a nessuno ed è proprio questo che dà fastidio a certa politica".



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