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21 dicembre 2010

Palamara: noi da sempre contrari al ddl intercettazioni

«Non vogliamo essere trascinati suun terreno di contrapposizione politica che porta astrumentalizzare il ruolo della magistratura. Ma è certo che l´Anmparla attraverso pubbliche dichiarazioni, comunicati, audizioni.Non con accordi sottobanco. Questa è la verità di quello che èavvenuto».


«Non vogliamo essere trascinati su
un terreno di contrapposizione politica che porta a
strumentalizzare il ruolo della magistratura. Ma è certo che l´Anm
parla attraverso pubbliche dichiarazioni, comunicati, audizioni.
Non con accordi sottobanco. Questa è la verità di quello che è
avvenuto».



Luca Palamara, presidente dell'Anm, commenta così in un'intervista
rilasciata a Repubblica le dichiarazioni attribuite al premier
Silvio Berlusconi su un presunto patto tra l'Associazione nazionale
magistrati e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.



«Mi domando - dice il leader del sindacato delle toghe - come si
possano solo pensare, e poi dire, cose del genere

«Parliamo di cose serie. Il nostro giudizio negativo sul ddl che,
non dimentichiamolo, avrebbe inferto un colpo mortale all'attività
investigativa, lo abbiamo espresso sin dal suo primo apparire.
Quando eravamo gli unici a batterci contro la riforma». E
sull'ipotesi di querelare il Presidente del Consiglio: «non cadiamo
nelle trappole», afferma Palamara che definisce, poi, «molto gravi»
le affermazioni del parlamentare del Pdl Osvaldo Napoli, secondo
cui la procura di Roma avrebbe archiviato l'inchiesta sulla casa di
Montecarlo dopo i vertici Fini-Anm. «Chi le ha fatte - prosegue -
deve assumersi tutte le responsabilità. Duole constatare che ci
troviamo di fronte al solito metodo di delegittimare l'operato dei
giudici. Proprio quello che avviene negli ultimi giorni». Il
riferimento è all'ispezione disposta dal Ministro della Giustizia
in relazione alle scarcerazioni stabilite dal tribunale di Roma
nell'ambito dei procedimenti sugli scontri del 14 dicembre.
«Mettere in discussione - spiega il presidente dell'Anm - l'operato
della magistratura può avere conseguenze pericolose, laddove si
consideri che si tratta di procedimenti in corso, in cui si discute
della libertà personale degli arrestati. Mi spaventa il garantismo
a corrente alternata. Non si può essere critici nei confronti della
magistratura quando indaga e applica misure cautelari per reati
contro la pubblica amministrazione e poi cambiare diametralmente
atteggiamento quando le indagini non riguardano il potere. Mi
spaventa l'essere forcaioli a prescindere, senza le adeguate
valutazioni del caso e senza il rispetto delle garanzie difensive.
In un Paese democratico questi sono principi basilari».



Sull'annunciata riforma della giustizia, infine, Palamara
constata  «lo strano clima che si sta di nuovo creando intorno
a noi. Attacchi strumentali, ispezioni, la solita delegittimazione
strisciante. Tutto ci allontana dalle vere emergenze, con cui siamo
sempre chiamati a confrontarci».




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