Il ddl 'anticorruzione' verrà
approvato in tempi rapidissimi e in un momento in cui il
susseguirsi di importanti indagini evidenzia che il Paese si trova
davanti ad ampie zone infette in cui la corruzione, nelle sue
diverse forme, è divenuta regola di condotta.
A distanza di venti anni da 'Mani
Pulite', ancora una volta spetterà alla magistratura farsi
carico della risposta repressiva a un fenomeno diffuso, con il
rischio di trasformare nuovamente il processo penale da
eccezione a regola.
In questo senso positivo è il ddl
'anticorruzione' nella parte in cui prevede un'articolata
disciplina preventiva per la corruzione nella pubblica
amministrazione, dato che, per la prima volta, il Legislatore
interviene sulla genesi dei fenomeni corruttivi, evitando di
affidarsi esclusivamente alla repressione.
Però, sul versante penale il ddl presenta delle serie criticità.
Basti ricordare, per esempio, per la concussione per induzione, la
previsione di una pena significativamente inferiore all'attuale e
l'incriminazione generalizzata del soggetto indotto. L'assenza di
disciplina transitoria avrà oltretutto effetti prevedibilmente
dirompenti sui processi in corso, per la contrazione improvvisa dei
tempi di prescrizione e la possibile ricaduta sul materiale
probatorio già legittimamente acquisito, con sostanziali effetti di
parziale amnistia.
Inoltre, il ddl è senza dubbio
un'occasione mancata per quello che non prevede (come
l'incriminazione dell'autoriciclaggio, la riforma del falso in
bilancio e del voto di scambio). Di ciò è consapevole anche il
ministro della Giustizia dato che in numerosi interventi pubblici
ha preannunciato ulteriori iniziative per ridare una migliore
razionalità all'intervento.
L'Associazione nazionale magistrati
ritiene doveroso sottolineare le criticità e le lacune del testo,
potendo ancora la Camera dei Deputati, che esaminerà lunedì il
provvedimento, apportare modifiche utili a superarle.
L'Anm, nella prospettiva di
un'approvazione del provvedimento nel testo attuale, evidenzia al
Ministro la necessità che in tempi rapidi:
sia effettuato un monitoraggio
dell'impatto della nuova disciplina sulla situazione giudiziaria,
così come richiesto dal "rapporto GRECO di valutazione
sull'Italia";
siano predisposti interventi a
sostegno degli uffici giudiziari per consentire la tempestiva utile
trattazione dei processi in corso.
Rimane indispensabile agire, in
tempi rapidi, per rivisitare il sistema della prescrizione, anche
valutando l'adozione di soluzioni maggiormente in linea con le
esperienze degli altri Paesi europei (prescrizione interrotta con
l'esercizio dell'azione penale o con la pronuncia della sentenza di
primo grado) onde consentire che si arrivi in termini ragionevoli a
un accertamento compiuto e definitivo della verità processuale.
L'Associazione nazionale magistrati
rivolge in tal senso un appello alle forze politiche, affinché il
ministro della Giustizia possa operare, con gli strumenti
maggiormente efficaci, per una tempestiva soluzione del
problema.