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23 maggio 2013

"Gli uomini passano, le idee restano"

Sono passati ventuno anni dallastrage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone, FrancescaMorvillo e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaroe Vito Schifani. La Giunta esecutiva centrale ha partecipato allacerimonia organizzata dalla giunta sezionale Anm di Palermo pressol'Aula Magna del Palazzo di Giustizia per la commemorazione del 21°della strage di Capaci. Il presidente Sabelli e il segretariogenerale Carbone hanno preso parte anche alla cerimonia organizzatadalla Fondazione Falcone presso l'aula bunker del carcereUcciardone di Palermo, alla presenza del presidente del SenatoPietro Grasso.


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Il ricordo di Giovanni
Falcone

Ricordare Giovanni Falcone in poche righe è impresa
impossibile.

Non solo per la personalità complessa ed articolata, ma soprattutto
perché la sua progettualità ed il suo pensiero erano troppo moderni
ed avveniristici per essere "penetrati" a fondo da una sola
persona. Ciascuno ne poteva cogliere aspetti singoli, nessuno però
- a mio avviso - li ha potuto ricomprendere tutti. E' meglio,
dunque, affidarsi ad alcune sue frasi - ormai celebri - per tentare
di farlo "parlare" con le sue stesse parole.

Ne scegliamo tre.

"La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha
un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una
fine
".

E' probabilmente la più famosa.  La sconfitta di Cosa nostra
non è ancora avvenuta, ma la lucidità di Falcone, nel
razionalizzare i fenomeni criminali con cui si confrontava,
emergeva già in tutta la sua grandezza, soprattutto se la si
colloca al momento in cui la pronunciò (1991), quando la mafia era
molto più temibile e pericolosa di oggi.

Il suo razionale ottimismo era fondato sui cardini  della
"religione del lavoro", di una straordinaria cultura
dell'organizzazione, di una volontà ferrea, di una profonda ed
autentica fiducia nelle Istituzioni.Il secondo pensiero è
altrettanto noto: "Gli uomini passano, le idee restano. Restano
le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di
altri uomini
".

Egli - profondamente convinto della forza trainante dell'esempio
personale - non solo faceva il proprio dovere, ma con il suo agire
quotidiano quasi lo  imponeva - silenziosamente -  a
chiunque gli stesse vicino.

Rimane inappagata, da allora, una spontanea domanda: cosa sarebbe
stata l'Italia, se le sue idee avessero potuto continuare a
correre?

Da ultimo, una riflessione profondamente umana: "L'importante
non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la
propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il
coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma
incoscienza
".

Tali parole, pronunciate da un Uomo che non cedette mai a paure,
dovrebbero segnare per tutti i cittadini onesti un percorso
virtuoso ed obbligato.



Il ricordo di Francesca
Morvillo

Francesca Morvillo e' stata un grande giudice.

Figlia di Guido e sorella di Alfredo, entrambi PM di grande valore,
potrebbe parlarsi di lei come di una "predestinata", ma la sua
fulgida vita professionale ha dimostrato che ciascuno e' "faber
fortunae suae".

E' stata tra le primissime donne siciliane entrate in magistratura
subito dopo una brillante  carriera universitaria, conclusasi
con il conferimento dell'ambito "Premio  Giuseppe Maggiore"
per la migliore tesi dell'anno 1966/67 in diritto penale.

Nella sua carriera di giudice ad Agrigento, di PM alla Procura per
i Minori di Palermo e di Consigliere alla Corte di Appello della
stessa citta', e' sempre stata ammirata dai colleghi e dagli
avvocati per la straordinaria bravura, per la non comune eleganza e
per lo stile del suo agire professionale.

Il 23 maggio 1992 ritornava a Palermo da una sessione di lavoro
della Commissione di esame per Uditore giudiziario, di cui era
componente.

E' testimonianza comune di tutti gli amici che Giovanni Falcone, al
di la' dell'amore per la moglie, vedeva in lei un punto di
riferimento e di confronto giuridico, del quale non faceva mistero
nonostante la notoria riservatezza.

Francesca Morvillo continua a costituire un esempio per tutti, ma
in particolare per i magistrati che si occupano della delicata
materia minorile, cui dedico' gran parte delle sue migliori energie
intellettuali.




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