L'ANM è l'associazione cui aderisce il 96% circa
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

Le primarie: una scelta responsabile

di Rodolfo M. Sabelli - 6 giugno 2014

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“La Magistratura”, storica rivista dell’ANM, accompagna la vita della magistratura associata fin dal settembre 1909. Il numero del 15 gennaio 1926 segnò anche l’autoscioglimento dell’associazione (allora “Associazione Generale fra i Magistrati d’Italia”) ma, con la fine della dittatura fascista, nell’aprile 1945 le pubblicazioni ripresero immediatamente, una volta ricostituita l’ANM. Il periodico, conservato gelosamente a Roma nella nostra sede di Piazza Cavour, costituisce un prezioso patrimonio storico e culturale.
Oggi “La Magistratura” si veste di nuovi panni, trasformandosi in rivista on line, ma rimane un luogo libero di riflessione e di confronto, aperto ai contributi di tutti i soci, come prescritto dal nostro statuto.
Abbiamo deciso di dedicare una sezione di questo numero alle recenti “primarie” svoltesi a marzo, in vista delle elezioni del CSM. La centralità del governo autonomo della magistratura impone infatti il più ampio coinvolgimento di tutti i magistrati nell’individuazione di coloro che saranno candidati nella consultazione di luglio. L’attuale legge elettorale, di tipo maggioritario, purtroppo mortifica, come l’esperienza passata ha dimostrato, il potere di scelta della base elettorale, rimettendo di fatto ai gruppi l’individuazione dei candidati.
L’ANM, forte della sua rappresentatività quasi totalitaria dei magistrati ordinari italiani, ha quindi deciso, con delibera del suo Comitato Direttivo Centrale, di mettere a disposizione di tutti i colleghi uno strumento che consentisse di rimediare ai difetti della legge attuale, sottolineando al tempo stesso il valore della partecipazione democratica della “base” e della responsabilità della scelta, recuperando un’idea alla quale già la precedente Giunta aveva lavorato. L’iniziativa costituisce anche uno stimolo rivolto al legislatore, perché proceda a una riforma delle regole elettorali; regole, che, oltretutto, prevedono un’irragionevole differenza rispetto alla legge – di tipo proporzionale – che disciplina l’elezione dei consigli giudiziari.
Da tempo invochiamo la riforma, perché si realizzi nel modo più completo il diritto elettorale attivo e passivo, consacrato nell’art. 104 della Costituzione. Non ignoriamo il dibattito che si è sviluppato, anche al nostro interno, circa l’adozione di sistemi elettorali alternativi basati sul sorteggio; l’Associazione, però, a larga maggioranza, esprime la propria contrarietà a simili soluzioni, incompatibili col quadro costituzionale, e, ancor prima, col principio della partecipazione democratica al governo autonomo e della rappresentanza di idee e di valori.
Non si vuole difendere le degenerazioni del sistema e sostenere inammissibili confusioni fra attività consiliare e associazionismo giudiziario – i quali non escludono una relazione, anche critica, di stimolo e arricchimento culturale ma sono e devono restare distinti e autonomi – ma si intende, al contrario, stimolare la partecipazione dei colleghi, attiva e consapevole. Il risultato ottenuto con le primarie è assai confortante. La consultazione – aperta, si sottolinea, non alle correnti o ai gruppi organizzati comunque denominati, ma a tutti i colleghi, iscritti o no all’ANM – ha visto una partecipazione elevatissima, superiore all’80% dei magistrati. Il sistema, certo, è perfettibile ma proprio quella partecipazione ripaga ampiamente del notevole sforzo organizzativo, realizzato peraltro in un tempo assai breve. Ciò fa ben sperare, per il futuro, in un coinvolgimento sempre crescente dei colleghi nelle attività associative e nella funzione del governo autonomo, garanzia di una giurisdizione indipendente, la quale, al di là di ogni differenza fra correnti e gruppi, deve restare obiettivo fondamentale e condiviso di noi tutti.


 


Autore
Rodolfo M. Sabelli
Presidente dell’ANM