Le Procure: l’inizio di ogni cosa…
di Alessandra Galli -
9 gennaio 2015
Sembra eccessivo, eppure è così . Ogni provvedimento giurisdizionale ha origine nell’operato delle Procure.
L’autonomia e imparzialità della giurisdizione può ben poco a fronte di una gestione delle indagini e dell’esercizio dell’azione penale che non sia stata altrettanto autonoma e imparziale.
Per questo i problemi acuti, e tutt’altro che risolti, che si sono sollevati anche recentemente circa l’assetto organizzativo delle Procure, la natura dei poteri e del ruolo dei procuratori della Repubblica rispetto ai sostituti, l’opportunità di introdurre criteri di priorità nella trattazione degli affari sono assolutamente basilari e devono stare a cuore all’intera Magistratura e non soltanto a chi ricopre quegli uffici.
Si tratta di problemi così complessi che, sebbene affrontati e sfiorati in tante occasioni e che in altrettante occasioni hanno imposto al CSM l’adozione di delibere, risoluzioni, risposte a quesiti, non hanno trovato ancora una risposta certa a fronte delle modifiche ordinamentali del 2006 .
Il CSM aveva indicato linee guida e interpretative rilevanti con le delibere e risoluzioni 12.7.07 e 21.7.09 cui non sembra però essere seguito l’auspicato monitoraggio costante e attento dell’evolversi delle singole realtà da cui desumere e analizzare le criticità che si venivano affacciando nelle applicazioni concrete del nuovo sistema ordinamentale.
È invece oltremodo necessario proseguire in tale direzione per giungere a un’interpretazione che, aderente ai principi costituzionali (art. 101, 102, 105, 107 e 112 e 97), contemporaneamente tuteli sia la necessaria uniformità di indirizzo dell’attività dei singoli sostituti all’interno delle Procure con il rispetto della dignità della funzione e della professionalità che non può essere negata ai singoli sostituti.
Se è vero che il modello disegnato dal “nuovo” ordinamento giudiziario ha accentuato il ruolo gerarchico del procuratore della Repubblica nei confronti dei sostituti, è altrettanto vero che vi sono spazi interpretativi che permettono di individuare letture non così marcatamente orientate.
Lo scritto che “La Magistratura“ offre oggi ai lettori si muove proprio in questa direzione suggerendo, attraverso l’analisi di specifiche previsioni normative e interpretazioni già consolidate, spazi e modalità di gestione e predisposizione di modelli organizzativi condivisi, all’interno delle Procure che permettano una gestione responsabile e controllata da parte del procuratore, che non esasperi i momenti di gerarchizzazione e richieda il più possibile la condivisione prevedendo certamente anche poteri di revoca da esercitare però con provvedimenti adeguati e coerentemente motivati.
Particolarmente utili alla riflessione e al corretto inquadramento del problema sono le considerazioni che portano a escludere il potere di revoca in caso di semplice dissenso con i sostituti circa l’an dell’esercizio dell’azione penale stante anche il perdurante principio dell’autonomia del sostituto in udienza, e quelle che evidenziano l’irrilevanza rispetto a soluzioni che enfatizzano l’aspetto gerarchico, non solo a livello organizzativo, delle previsioni normative che attribuiscono al procuratore della Repubblica la rappresentanza esterna dell’ufficio.
Attinenti a quest’ultimo argomento e coerenti con una lettura delle norme che non vuole mortificare il ruolo e la dignità del singolo sostituto sono da leggere anche le decisioni della Corte di Cassazione e della sezione disciplinare del CSM sul c.d. caso Fiorillo .
Insomma è necessario che tanto a livello associativo, ma soprattutto attraverso chiare e tempestive decisioni del CSM, si delineino i chiari confini e principi entro cui pervenire, anche grazie al rinsaldarsi della necessità di vaglio attento dei progetti organizzativi delle Procure, a un’interpretazione della gestione degli uffici di Procura che, per usare le parole dell’autore dell’intervento qui riportato, «non si rassegni a interpretazioni mortificanti (nient’affatto dovute) del sistema vigente».
Autore
Alessandra Galli
Comitato di redazione - Componente del CDC dell’ANM