L'ANM è l'associazione cui aderisce il 96% circa
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

9 febbraio 2019

Intervento del presidente Minisci all'udienza concessa da Sua Santità Papa Francesco al CDC dell’ANM in occasione dei 110 anni dalla fondazione

Roma, 9 febbraio 2019


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Udienza concessa da Sua Santità Papa Francesco al Comitato Direttivo Centrale dell’ANM in occasione dei 110 anni dalla fondazione

Città del Vaticano, 9 febbraio 2019

Intervento del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Francesco Minisci



Santo Padre,


è con grande gioia e con particolare emozione che Le porto il deferente saluto dei magistrati italiani che, nella qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ho l’onore di rappresentare.
Oggi qui insieme a me sono presenti il Comitato Direttivo Centrale e l’intero staff dell’ANM.
Abbiamo accolto come un assoluto privilegio l’opportunità che Sua Santità ci ha offerto nell’averci concesso questa speciale udienza.
In questi primi sei anni del Suo luminoso Pontificato non sono state poche le volte in cui Sua Santità si è rivolto ai magistrati con parole di cui, glielo assicuriamo, come membri dell'Associazione Nazionale Magistrati abbiamo fatto tesoro nella nostra vita professionale e, per chi crede, anche cristiana.
La giustizia sociale, la solidarietà, la lotta alla corruzione, la missione e l’esercizio della misericordia sono cardini del Suo luminoso Pontificato ed il nostro desiderio è quello di poter ascoltare la Sua parola rivolta particolarmente a noi magistrati italiani, per ricevere da Lei ulteriori indicazioni preziose per la nostra delicata ed impegnativa attività.
L'Associazione Nazionale Magistrati, fondata nel 1909, compie 110 anni ed in questi giorni diverse centinaia di magistrati provenienti dal tutta Italia sono riuniti a Roma per ripercorrere le fasi più importanti di questo percorso e per gettare le basi del futuro.
In questo lungo cammino i magistrati hanno lavorato con dedizione affinchè il tema della giustizia fosse un faro, perché non ci può essere pace fra gli uomini senza giustizia.
Una storia, la nostra, fatta di proposte per migliorare il sistema giudiziario e il servizio ai cittadini e soprattutto di difesa dei principi e dei valori costituzionali, sui quali ciascuno di noi ha 2 giurato al momento dell’ingresso in magistratura, a tutela dei diritti di tutti i cittadini, senza distinzione alcuna.
Ma la magistratura ha pagato anche un prezzo altissimo in termini di vite umane poichè 28 nostri colleghi magistrati, le nostre 28 Rose Spezzate, sono state uccise nell’adempimento del dovere da parte della criminalità.
Il sistema giudiziario italiano vive oggi numerose difficoltà causate dalla carenza di risorse, dalla inadeguatezza delle strutture, dalla non soddisfacente efficacia degli strumenti che ci vengono messi a disposizione.
Ed in questo contesto dobbiamo combattere le mafie e le forme di criminalità organizzata tra le più aggressive al mondo, ma anche il malcostume e la corruzione della pubblica amministrazione, tra i mali maggiori della società italiana; dobbiamo fare i conti con la crisi economica che spesso si scarica sui Palazzi di Giustizia e dare risposte ai cittadini su temi e materie sempre più attuali ma scarsamente regolamentati.
Una giustizia che funziona dà fiducia ai cittadini e misura il grado di civiltà di una Nazione: noi siamo disposti, come abbiamo sempre fatto, a fare grandi sacrifici per raggiungere gli obiettivi di efficienza e di efficacia dell’azione giudiziaria, per la tutela dei cittadini.
Ed in questo contesto è nostro preciso dovere trasmettere alle giovani generazioni il messaggio che la legalità, che si lega necessariamente al valore del rispetto, non è un concetto lontano, che appartiene ad altri, ma che riguarda tutti da vicino, ci appartiene, va alimentato e praticato.
La legalità unisce, rafforza, tempra, rende coraggiosi e insegna il rispetto.
Rispetto delle idee, delle sensibilità, delle aspirazioni, dell’identità e delle libertà degli altri. Il rispetto è di tutti ed è dovuto a tutti. Questo dobbiamo insegnare ai nostri figli: il rispetto, e sotto questo profilo il nostro impegno sarà massimo.
Ed è con questi presupposti che derivano dal nostro mandato e con i più profondi sentimenti di gratitudine, Santo Padre, Le chiediamo la Sua preziosa parola di cui faremo tesoro nel nostro impegnativo percorso professionale al servizio e per la tutela di tutti i cittadini.



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