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18 febbraio 2020

"L’umanità e la finalità rieducativa della pena sono elementi irrinunciabili della giustizia penale"

Luca Poniz, presidente dell’ANM, apre l’iniziativa “Viaggio in Italia: la Corte Costituzionale nelle carceri”


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“Signora Presidente della Corte Costituzionale, Autorità tutte, gentili ospiti, colleghe e colleghi,

 

È un grande privilegio rivolgere a tutti Voi il migliore benvenuto, a nome della Giunta Esecutiva Centrale e di tutta l’Associazione Nazionale Magistrati, che ho l’onore di rappresentare. 
Rivolgo un ringraziamento particolare alla Presidente  della Corte Costituzionale, Professoressa Marta Cartabia:  la Sua presenza qui, oggi, per l’altissimo ruolo che ricopre, conferisce prestigio e importanza straordinari a questo evento; ci permettiamo di interpretarla, insieme alla Sua  generosa disponibilità alla realizzazione di questa magnifica giornata, anche come un segno di speciale attenzione alla Magistratura e all’Associazione Nazionale Magistrati, e di questo Le siamo sinceramente e profondamente grati.

Un grazie di cuore al professor Marco Ruotolo, illustre costituzionalista, studioso illuminato: gli abbiamo chiesto di portare la Sua voce autorevole nella riflessione di oggi, e averne avuta la pronta, generosa disponibilità è un ulteriore motivo di orgoglio.

Grazie, ancora, a Donatella Stasio, responsabile della comunicazione della Corte costituzionale: possiamo parlare ormai di una consuetudine di collaborazione: preziosissima per noi, grazie ai suoi contributi profondi, e sempre straordinariamente stimolanti.

Grazie, infine  ma non certo da ultimo, a tutti Voi, a tutti i presenti: alle colleghe e colleghi, e in loro rappresentanza, alla Giunta della sezione dell’ANM di Catanzaro, alla sua Presidente e al suo Segretario; ai molti rappresentanti delle Istituzioni, che non riuscirei ad elencare senza dimenticare qualcuno; ai giovani, agli studenti degli istituti superiori e dell’università - tanti, tantissimi - ai loro Professori, che hanno colto pienamente il significato che volevamo dare a questa giornata, e hanno collaborato con entusiasmo perché, con la partecipazione dei giovani che stanno formando, ne riuscisse al meglio il senso del dialogo civile; agli avvocati, agli operatori del diritto, agli operatori penitenziari, a quanti hanno risposto al nostro invito e affollano oggi quest’aula. Un saluto, pieno di rispetto, a chi ospite oggi non può fisicamente essere, ma è al centro della nostra riflessione: i detenuti, le persone che vedremo in questo straordinario documento, e quelle che non vedremo, ma che le prime rappresentano. 

Abbiamo pensato di scegliere Catanzaro come sede di questo evento come segno di attenzione a un Distretto e ad un territorio  connotati da una straordinaria complessità:  Catanzaro capitale dei diritti è la felice formula che ha voluto sintetizzare il senso della nostra scelta.

Quello che compiremo oggi, idealmente, con il film, è un percorso straordinario: la lunga distanza che coprono, con il loro viaggio, i sette Giudici della Corte Costituzionale, verso gli Istituti che ognuno visita,  cancella più che simbolicamente la distanza che storicamente ha separato il Giudice delle Leggi dalle persone. Ma le persone sono sempre al centro del diritto, è la loro vita che il diritto regola, e talvolta limita.

La Corte ci conduce per mano, ad un tempo, oltre le barriere, e dentro le barriere; dialoga con la vita pulsante e dolorosa. Lo fa riportando al centro delle riflessione la persona, nella sua più drammatica condizione data dalla detenzione. Ascolta e dialoga. Lascia il Palazzo custode della Legalità Costituzionale, ed entra nei luoghi dell’estrema marginalità, dell’esclusione.

Ci sono molti messaggi che questo viaggio manda, alla sua conclusione, ai detenuti, alla società civile, a noi giuristi ed operatori del diritto: la legalità costituzionale ha tra i suoi irrinunciabili fondamenti i principi di civiltà espressi nell’art. 27 della Costituzione. L’umanità e la finalità rieducativa della pena sono elementi irrinunciabili della giustizia penale, e la qualificano proprio nel momento in cui si esplica la sua massima afflittività, come ci ha ricordato Giovanni Bachelet parlando della straordinaria lezione del padre Vittorio, assassinato 40 anni fa per mano terrorista.

Il viaggio della Corte è parallelo, per così dire, al lungo e nitido percorso compiuto dalla Consulta in questi ultimi anni, dentro il Palazzo in cui esercita il suo Altissimo ruolo di Giudice delle Leggi, con Sentenze di portata storica, anche nella restituzione alla giurisdizione del suo pieno ruolo nella valutazione ed applicazione del diritto.

Ringrazio ancora una volta per la Vostra presenza, per la Vostra attenzione,  ed auguro a tutti Voi un proficuo pomeriggio di riflessione”.

 



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