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6 marzo 2021

Santalucia: "No al correntismo, riforme urgenti"

Il presidente dell'ANM intervistato dal quotidiano "Avvenire"


Giuseppe Santalucia - Presidente ANM

«Quando incontreremo la ministra della Giustizia Marta Cartabia, ascolteremo ciò che ci dirà sulle riforme. Siamo disponibili a un confronto sereno e produttivo».



Esponente delle toghe progressiste di Area, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia è stato eletto a dicembre dopo 50 giorni di confronto acceso nel "parlamentino" delle toghe. Messinese, 56 anni, è consigliere di Cassazione, dopo una carriera spesa in trincea, come pm a Messina e gip a Reggio Calabria, ma anche in via Arenula, come capo dell'ufficio legislativo dell'allora Guardasigilli Andrea Orlando.


Quali sono le riforme più urgenti?
Intendiamo ascoltare le intenzioni della ministra e del governo. Ma non c'è dubbio che alcune riforme siano urgenti, dopo le tristi vicende di questi due anni.


Si riferisce ai venefici strascichi del cosiddetto caso Palamara?
Già. In Parlamento pendono disegni di legge sulla riforma del sistema elettorale del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Chiederemo alla ministra particolare attenzione.


E la prescrizione? È un nodo sul quale la Guardasigilli sta già operando una mediazione politica.
In generale, riteniamo che la durata ragionevole dei processi, prevista in Costituzione, sia un valore da perseguire. E che in tale solco, una soluzione sul delicato punto della prescrizione vada trovata.


Con oltre 3 milioni di processi arretrati, la riduzione dei tempi della giustizia civile è una priorità, inclusa dal premier Draghi fra i temi dell'azione di governo.
Il settore resta in sofferenza, è vero, ma il trend di riduzione dell'arretrato è positivo ed è proseguito nel 2020, nonostante la pandemia. Il Piano di resilienza menzionala semplificazione dei riti e un investimento finanziario sull'organizzazione che, riteniamo, restituirà ricchezza al Paese. Anche meccanismi di deflazione come mediazioni e risoluzioni alternative di controversie vanno valorizzati, perché se la domanda di processo continua a crescere, sarà arduo rincorrerla.


L'organico della magistratura è soddisfacente?
Restano scoperti 1.382 posti, su un organico di 10.751 unità. Non è grave come in passato, ma può diventare un problema senza concorsi per nuovi magistrati. Sarebbe un buon segnale se, compatibilmente con le precauzioni anti Covid, il ministero riuscisse a far svolgere il concorso previsto per maggio.


Da più parti, anzitutto dal capo dello Stato, sono arrivati inviti a una continenza mediatica. C'è una riflessione, in seno all'Anm, sul protagonismo in toga?
Abbiamo fortemente presente il monito del presidente della Repubblica. Ed esiste già un tessuto di regole, soprattutto nel settore penale, sui rapporti coi media. Ciò detto, il criterio dovrebbe essere quello di comunicare per fare chiarezza, non di aumentare la confusione. Interventi mediatici privi di tale bussola dovrebbero essere evitati.


Intanto però il caso Palamara va in libreria e animai tali( show, ancor prima dell'avvio del processo. Non si rischia di disorientare i cittadini?
Due anni fa, incontrando l'Anm, papa Francesco invitò i magistrati ad «affermare la superiorità della realtà» in un tempo in cui «la verità viene contraffatta». Ecco, noi attraverso i processi dovremmo fare da antidoto a questa contraffazione della verità.


Qual è l'eredità peggiore dei miasmi fuoriusciti dalle carte dell'inchiesta di Perugia?
La perdita di credibilità di tutta la magistratura agli occhi dei cittadini. E poi la perdita di fiducia dei magistrati stessi nei confronti dell'organo di autogoverno, del Consiglio superiore della magistratura.


E l'Anm? Come ne esce?
La nostra esperienza associativa è stata svilita da quegli eventi. E viene oggi percepita da molti come un momento in cui i magistrati trovano occasioni per gestire e per interferire con il potere.


Cosa state facendo per voltare pagina?
Nessuno può far finta di nulla. Dobbiamo ricostruire, partendo dalla consapevolezza dei fatti e dall'assunzione di responsabilità di ciascun magistrato. Senza la fiducia della collettività e senza la credibilità della funzione è difficile andare avanti. Ciò premesso, per ora ci si divide sui progetti, sulle modalità con cui superare la crisi. All'interno dell'associazione, stiamo dibattendo...


Sono molti, e autorevoli, gli appelli a superare il"correntismo". Non è tempo di farlo?
Il correntismo è una degenerazione del sistema, avvenuta ogni volta che i gruppi associati hanno cercato, anziché confrontarsi sui valori, di occupare posti negli uffici. Va ribaltata quella visione, mettendo l'accento non sul potere, ma sul servizio reso alla giustizia e ai cittadini.


Sarete capaci di un'autoriforma?
Le riforme dovranno venire, sono essenziali ma non sufficienti. È necessario riprendere il senso autentico dell'essere magistrato. Sembra semplice, ma non lo è. Ci aiuterà la consapevolezza di aver raggiunto un livello di scarsa credibilità, rispetto al quale dobbiamo riprenderci.


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