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15 ottobre 2021

Messaggio della Ministra della Giustizia Marta Cartabia al convegno "Le ragioni del diritto"


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Convegno Anm, “Le Ragioni del diritto”


Buon pomeriggio,


saluto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia; il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini.


Porgo un saluto a tutti gli illustri relatori e a quanti seguiranno questo dibattito.


Meritoriamente, l’Associazione nazionale magistrati si fa promotrice di un’occasione di dialogo su “Modello costituzionale della giustizia e iniziative referendarie”.


Ripartire dalla Costituzione è sempre una scelta felice. Tornare a riflettere sul modello costituzionale e sui principi costituzionali relativi all’ordine giudiziario in questa stagione di intensa riflessione sulla magistratura dà profondità al dibattito e lo colloca in una prospettiva di ampio respiro.


Il testo costituzionale ci è noto, ma i suoi principi si colorano di sempre nuovi significati e generano sempre nuove implicazioni alla luce delle mutate domande attraverso le quali li interroghiamo.


In questa tavola rotonda li interrogherete alla luce delle proposte referendarie che mirano - tra l’altro - a riformare aspetti importanti dell’assetto della magistratura: dalla responsabilità civile dei magistrati alle regole per le candidature alle elezioni del CSM, dalla separazion edelle carriere alla disciplina dei Consigli giudiziari per le valutazionidei magistrati (oltre ai quesiti sui limiti per il carcere preventivo e l’abrogazione della norma per l’incandidabilità dei condannati per alcuni reati).


Queste proposte referendarie lambiscono in modo solo molto marginale l’oggetto delle riforme legislative, su cui il Parlamento sarà impegnato nei prossimi mesi ad intervenire, in tema di ordinamento giudiziario.


Un'intensa stagione di riforme è in atto nel Paese e il settore dell’amministrazione della giustlzia ne è investito in pieno. Le riforme normative sono accompagnate, per la prima volta dopo tanto tempo, da significativi investimenti grazie anche ai fondi europei: un fatto, questo, da non sottovalutare, perché denota la consapevolezza che la ripresa e lo sviluppo dell’Italia passa anche dalla qualità del servizio giustizia che saremo in grado di assicurare.


Molto è stato già realizzato in questi primi otto mesi di intenso lavoro, in linea con le scadenze e gli impegni presi con l’Europa. Ma molti altri interventi ci impegneranno nei prossimi mesi: oltre ai decreti legislativi attuativi delle deleghe già in parte o del tutto approvate in Parlamento, oltre al perfezionamento del capitolo sull’insolvenza, oltre al completamento delle procedure di selezione dei giovani dell’Ufficio del processo e a molti altri interventi organizzativi, stiamo lavorando ad un riordino urgente della magistratura onoraria - resa ancor più impellente anche da una procedura di infrazione aperta dalla Commissione - oltre che alla riforma dell’ordinamento giudiziario, che è necessario portare a termine in tempo utile in vista del rinnovo del CSM.


A queste riforme, che passano attraverso il Governo e il Parlamento, si affiancano le iniziative referendarie che saranno oggetto del dibattito odierno. Si tratta - ovviamente - del legittimo esercizio di una prerogativa costituzionale.


I quesiti, di cui si discute, riguardano aspetti specifici, anche se tutt’altro che secondari, dell’ordinamento giudiziario non si sovrappongono ai più sistematici progetti di riforma su cui anche il Governo si accinge a intervenire.


I due percorsi - legislativo e referendario - procedono dunque paralleli, ciascuno lungo i propri binari, destinati a non incrociarsi, né ostacolarsi.


Si tratta di una evenienza tutt’altro che singolare e del tutto compatibile con la Costituzione, la quale all’art. 1 esplicitamente prevede che quella sovranità che "appartiene al popolo", si esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione”. E tra le "forme” espressive della sovranità popolare, la Costituzione annovera, accanto alla democrazia rappresentativa, anche il referendum abrogativo e poche altre forme di democrazia diretta.


Se le istituzioni rappresentative sono l’asse portante della nostra democrazia costituzionale, il loro operare è stimolato, supportato e arricchito da altre forme espressive della sovranità popolare, a cominciare dal referendum, che Costantino Mortati in Assemblea Costituente definiva come "correttivo" del sistema della rappresentanza.


Ben venga, dunque, dalla vostra riflessione di oggi, un contributo ulteriore su temi importanti oggetto di particolare attenzione da parte dell’opinione pubblica dei cittadini.


Mi sia consentito sottolineare che nell’era della digitalizzazione, questo strumento, all’epoca concepito come mero "correttivo" del sistema rappresentativo, può assumere una capacità di mobilitazione prima sconosciuta: sia nella fase della raccolta delle firme necessarie - e lo si è visto proprio in occasione di questa tornata referendaria - sia nella formazione delle opinioni degli elettori, esposti ai fenomeni ben noti agli studiosi delle nuove tecnologie, quali le "echo chambers" - tipiche dei social media - o ancora - e mi scuso per il nuovo ricorso a parole inglesi - il targeting e il nudging da parte dei grandi detentori dei big data.


Anche alla luce di queste grandi trasformazioni nella società della comunicazione e dell’informazione nell’epoca del digitale trovo particolarmente pregevole l’iniziativa dell’Associazione nazionale magistrati di dare vita ad una nuova rivista, La magistratura, che sarà presentata nella seconda parte di questo convegno.


Si tratta di un prezioso strumento di lavoro, capace di nutrire un pensiero riflessivo e critico. Uno spazio, per un confronto tra voci diverse; una finestra aperta sui dibattiti in corso; un’occasione di incontro anche tra generazioni. Credo pertanto che anche attraverso questo strumento - che ai miei occhi, e agli occhi di tanti, non ha mai perso fascino e indubbio valore - anche i più giovani possano sentirsi partecipi e protagonisti della vita associativa della magistratura.


Nel rinnovare le mie più sincere congratulazioni per questa importante iniziativa, auguro a tutti voi buon lavoro.


Roma, 15 ottobre 2021


Marta Cartabia
Ministra della Giustizia


 



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