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25 ottobre 2013

Giustizia, l’Anm: “Basta attacchi, ora modificare la legge Severino”

Il sindacato delle toghe a congresso


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Fonte www.lastampa.it

Basta con l’«attacco scomposto alle sentenze» e con la rappresentazione della giustizia come «piegata a scopi politici»: sono un «oltraggio» alle toghe ma anche un «grave pericolo per il sistema democratico». Usa toni allarmati il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Roberto Sabelli, inaugurando il XXXI Congresso del sindacato delle toghe. E punta l’indice su un clima che ha «avvelenato» da anni il Paese e ha bloccato le riforme che servono per la giustizia a vantaggio di iniziative di riforma «punitive» per i magistrati e «dannose» per l’accertamento dei reati come quella sulla prescrizione. Ma coglie anche l’occasione, all’indomani della sentenza della Cassazione che ha di fatto ridimensionato la concussione e che ora potrebbe aiutare Silvio Berlusconi ad avere una condanna più mite nel processo Ruby, per chiedere al Parlamento di «rimettere mano», con «opportuni correttivi» alla legge Severino che ha spacchettato quel reato, creando «grossi problemi» alle indagini e ai processi.

Nella sua lunga relazione - letta alla presenza del capo dello Stato, che va via senza fare commenti- Sabelli non fa mai il nome di Berlusconi ma le sue parole sugli attacchi e le denigrazioni ai magistrati sono un chiaro riferimento alle polemiche seguite ai provvedimenti giudiziari che hanno riguardato il leader del Pdl, da ultimo quelle per il suo rinvio a giudizio a Napoli per la compravendita dei senatori all’epoca del governo Prodi. E il partito del Cavaliere reagisce duramente, accusando l’Anm di voler «sovvertire» la sovranità del Paese e una parte della magistratura di fare uno «sfrontato uso politico della giustizia» e di aver ingaggiato una «guerra senza quartiere» contro Berlusconi, ribadendo la necessità di una riforma su un potere diventato così «intoccabile» da «dettare legge».

Non la pensa così il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che invece rassicura i magistrati, dicendosi «garante e il custode» della loro indipendenza e che però chiede alle toghe di essere sempre imparziali nell’esercizio delle loro funzioni, perché è su questo versante che si gioca la loro «legittimazione democratica». Basta con il «match frontale e sterile tra politica e giustizia»: è l’auspicio del presidente della Cassazione Giorgio Santacroce, che pure bacchetta il protagonismo e gli eccessi di alcuni magistrati, avvertendo che la giustizia «non è uno show né un carro di Carnevale». E dal Pg della Cassazione Gianfranco Ciani arriva l’invito alla magistratura e all’Anm a non rinchiudersi nella «tutela corporativa» anche di fronte a polemiche «pretestuose». Ma a tenere banco nella prima giornata di questo congresso che si concluderà domenica è inevitabilmente anche la questione della legge Severino. Santacroce esclude che alla luce della sentenza di ieri si possa parlare di «mano morbida» della Suprema Corte sulla concussione e spiega che si è solo dato un «contenuto più specifico» alla distinzione tra le due fattispecie di reato, senza esprimere alcun giudizio sulla riforma Severino. È una «sedicente legge anti-corruzione», polemizza uno degli esponenti storici del pool Mani Pulite Piercammillo Davigo e denuncia che la «devianza della classe dirigente in Italia è più pericolosa della criminalità da strada». A difendere la legge resta Donatella Ferrante, presidente della Commissione Giustizia della Camera, che tuttavia riconosce che si tratta solo di «un primo intervento che ora va integrato».



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