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20 agosto 2024

"I magistrati non organizzano complotti contro la politica"

Il segretario generale Casciaro su La Stampa


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di Grazia Longo


Salvatore Casciaro, segretario dell’Associazione nazionale magistrati, come valuta la premier Giorgia Meloni che cavalca le indiscrezioni su una possibile inchiesta giudiziaria nei confronti della sorella Arianna ipotizzate dal direttore del giornale Alessandro Sallusti?
«Le esternazioni di Sallusti mi sembrano solo delle congetture, delle teorie. Mi stupisce pertanto che vengano raccolte da un rappresentante del governo come la presidente del consiglio. Un conto se parla un giornalista, un altro se a farlo è un esponente delle istituzioni. È grave che membri del governo considerino verosimile l’ipotesi di un’indagine che non ha nulla di concreto assecondando congetture su complotti che si basano, da quanto leggo, solo su due interrogazioni parlamentari che chiedono alcuni chiarimenti alla luce di indiscrezioni sulle nomine Rai e Ferrovie trapelate da articoli di stampa. È grave perché dare credito a generiche accuse di cospirazione incrina la fiducia dei cittadini nella magistratura e ciò si riflette in un danno non solo per l’ordine giudiziario ma per l’intero Paese».

È stato alimentato il dubbio di una collusione tra magistrati e giornalisti politicizzati. Come considera lo scenario in cui le procure si muovono su input di giornali di sinistra?
«Sono pure fantasticherie. Siamo di fronte a congetture senza fondamento di Sallusti. Ma mentre il suo pensiero può essere annoverato nell’alveo della normale libertà di giudizio, quando gli esponenti del governo rilanciano tali insinuazioni la cosa preoccupa, ci vorrebbe più cautela. La politica non è bersaglio di un complotto della magistratura e soltanto dirlo è una evidente falsità».

Non intravede quindi alcuna guerra in atto tra politica e magistratura?
«No, nessun attacco da parte della magistratura: i pubblici ministeri esercitano con disciplina e onore i loro compiti istituzionali. Le procure svolgono indagini sulla base di esposti di cittadini o degli accertamenti della polizia giudiziaria per un controllo di legalità. Semmai avverto una qualche insofferenza proprio sull’esercizio di tale doveroso compito».

La riforma della giustizia, soprattutto per quanto concerne la separazione delle carriere dei magistrati, può aver inasprito i rapporti tra politica e magistratura?
«Non c’è alcuna correlazione. Il dibattito dei magistrati sulla riforma è scollegato dalle fibrillazioni della politica. Avviare la riforma è appunto un diritto del Parlamento, noi interveniamo per dare un contributo tecnico e riaffermare che è un progetto sbagliato e dannoso perché la separazione delle carriere intacca equilibri costituzionali molto delicati ridimensionando il ruolo della giurisdizione a tutela delle libertà dei cittadini».

Intanto le polemiche sugli attacchi della magistratura non si placano. La premier stessa ha sottolineato che nei confronti della sua famiglia si sta replicando lo schema persecutorio adottato contro Silvio Berlusconi.
«Come si fa a individuare nella magistratura o in singoli suoi esponenti avversari politici che cospirerebbero contro un governo democraticamente eletto? Questa narrazione, lo ribadisco, non sta in piedi, e incrina senza ragioni la fiducia nella magistratura e la percezione di indipendenza che ne hanno i cittadini. Spiace che a formulare tali critiche siano alte cariche istituzionali. La politica, ferma la libertà di giudizio sui provvedimenti giudiziari, dovrebbe liberarsi dalla tendenza a pensarsi come possibile bersaglio di un complotto da parte della magistratura».

Eppure, Fdi al gran completo ha sposato l’ipotesi del “metodo Palamara” avallato da Sallusti. Davvero bastano un pm, un gip e alcuni giornalisti politicizzati per distruggere una persona?
«Non credo esista il “metodo Palamara”. Non esiste un “sistema” in cui pezzi di politica, magistratura e giornalismo si uniscono per demolire qualcuno. È solo una boutade».

E non le pare singolare che il reato ipotizzato da Sallusti contro Arianna Meloni sia il traffico di influenze, demolito dal ministro della Giustizia Carlo Nordio?
«Il traffico di influenze è stato svuotato di contenuto. Esistono comunque dei vincoli europei e non si poteva eliminare del tutto. Ma quella di Sallusti è solo una congettura priva di fatti e di elementi concreti. È una mera provocazione giornalistica con una componente quasi sensazionalistica e non avrebbe meritato tanto seguito».



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