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10 ottobre 2024

"Indebolita la lotta al crimine"

Il presidente Santalucia a Repubblica sulla stretta alle intercettazioni


Giuseppe Santalucia - Presidente ANM

Giorni oscuri per la giustizia e la magistratura. Stretta su intercettazioni e arresti, mentre a Palermo la Lega si appresta a scendere in piazza per dare fisicamente solidarietà a Salvini sotto processo per Open Arms. Al presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia chiediamo che succede.

“Purtroppo va avanti un programma di riforme che indebolisce l’azione di contrasto al crimine. Con un intervento destinato a comprimere irragionevolmente l’uso delle intercettazioni. Mentre già creano problemi significativi le prime applicazioni della legge Nordio. In parallelo si alimenta un clima di tensione intorno al processo che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Salvini quando invece tutti i dibattimenti meriterebbero di potersi svolgere in un clima di serenità e di fiducia nell’operato dei giudici”.

La coincidenza tra il voto del Senato che taglia a 45 giorni le intercettazioni mentre Nordio alla Camera evoca il caso Tortora per ribadire come l’interrogatorio prima dell’arresto sia una norma di civiltà non sono segnali univoci di manette belle strette messe alla magistratura?
“Si tratta solo di norme mal costruite che saranno pur ispirate a principi garantisti, ma nei fatti e nell’applicazione pratica causeranno solo guasti e prima o poi anche la realtà dei fatti s’incaricherà di dar prova della fondatezza del mio giudizio”.

Molti pm già dicono che indagini per reati gravi, come la violenza sulle donne, saranno a rischio.
“La preoccupazione dei colleghi è anche la mia. Non dubito che si debba fare un uso sapiente degli ascolti, ma non è certo la mannaia temporale prevista in questo ddl a dare risposte al bisogno di professionalità nell’uso di questo strumento”.

Già si vedono i guasti dell’interrogatorio preventivo. Consiglierebbe a Nordio di fare marcia indietro?
“Ormai purtroppo è legge dello Stato. Ma mi sento di dire che occorre un monitoraggio serio e continuo sulle prime applicazioni di questa norma per evitare che si creino situazioni di pericolo per le indagini e anche per le persone”.

Il bavaglio sulle vostre indagini è lampante. Guardi le durissime proteste, anche della premier Meloni, alla lettura della richiesta di condanna per Salvini da parte dei pm, e ora la manifestazione a Palermo mentre la senatrice Giulia Bongiorno farà l’arringa difensiva. È mai possibile?
“L’assoluta necessità che vedo è quella di garantire la serenità del giudizio. Quindi confido sull’alta professionalità dei magistrati di Palermo che di certo sapranno restare del tutto estranei a tutto il rumore politico e mediatico intorno a questo processo”.

L’11 marzo 2013 Berlusconi portò i suoi parlamentari sotto il palazzo di giustizia di Milano per protestare contro inchieste e dibattimenti che lo vedevano coinvolto. Allora le critiche furono molto dure.
“Spero che non si ripetano episodi spiacevoli della nostra storia giudiziaria recente perché piazze e tribunali sono e devono restare due entità incompatibili. I processi non possono mai svolgersi nelle piazze”.

Però Milano non è Palermo. Città dove le toghe vivono tuttora blindate per le minacce di Cosa nostra, senza contare quelle trucidate.
“Tutti i palazzi di giustizia, al di là della forza evocativa che per ragioni storiche ha quello di Palermo, meritano esattamente lo stesso rispetto”.

Non avrebbe un consiglio da dare alla Lega?
“Consigli no, ma posso dire all’intera opinione pubblica che i magistrati italiani, come hanno dimostrato più volte sul campo, sono dei professionisti che praticano quotidianamente l’imparzialità”.



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