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5 maggio 2025

La replica del presidente Parodi a UCPI

ROMA, 5 maggio – "Apprendo di essere stato personalmente citato in un comunicato dell’Unione delle camere penali e mi sento in dovere di rispondere immediatamente, anche se so trattarsi di un’associazione che rappresenta meno del 5% degli avvocati italiani, alla quale porto un doveroso rispetto. Rispondo anche per non essere tra i primi ‘cattivi’ inseriti nel costituendo database delle doglianze, sotto la voce ‘distratto/poco educato’.
Il comunicato è singolare e stupefacente. Singolare in quanto insiste su una presunta superiorità etica della quale avrei parlato e che in realtà non compare in nessuna mia dichiarazione. Ed è singolare perché lascia intendere ai cittadini che noi non siamo sostanzialmente mai valutati, laddove ogni magistrato è sottoposto a sette differenti valutazioni durante tutta la sua attività professionale, oltre a quelle funzionali alla nomina per un incarico direttivo o semidirettivo. Sette valutazioni: mi domando quale altra categoria di lavoratori ne ha altrettante. Ricordiamolo: forse non tutti i cittadini lo sanno; gli avvocati, sì.
Sorprende, o forse no, inoltre l’ennesimo richiamo alla magistratura dipinta come casta, impegnata a difendere i propri privilegi, incapace o comunque restia a sottoporsi a valutazioni da parte di terzi e caratterizzata da una deriva correntizia dipinta come oscura e ‘priva di etica’. Etica che gli avvocati dell’Ucpi intendono generosamente conferire".Così in una nota Cesare Parodi, presidente ANM.

"Si tratta - prosegue - di affermazioni, ancora una volta, totalmente generiche e qualunquistiche. ANM non ha mai negato che vi siano state criticità nel passato e che si debbano cercare comunque soluzioni ottimali, nell’interesse della giustizia, per migliorare il sistema delle valutazioni di professionalità e delle nomine per gli uffici direttivi e semidirettivi. Resta il fatto che, al di là del noto episodio di cui ormai si parla da anni i cittadini dovrebbero sapere esattamente quali magistrati inadeguati e incapaci sono stati nominati solo per “logiche correntizie” dal Csm per incarichi direttivi e semi direttivi, come parrebbe desumersi dalle considerazioni dell’Ucpi. Chiediamo vengano fatti questi nomi: sono necessari. E allo stesso modo i cittadini hanno il diritto di sapere in quali casi magistrati hanno superato – in forza solo delle predette logiche – le valutazioni di professionalità, pur non essendo idonei a fronte di fatti specifici incompatibili con tale valutazione. Episodi che evidentemente non sono stati denunciati da coloro che avrebbero dovuto e potuto condividere queste conoscenze con colori che tali valutazioni dovevano esprimere. Anche su queste tutti hanno diritto di essere informati nel dettaglio e non di essere destinatari di fumose e inconsistenti generalizzazioni".

"Quanto a me - conclude Parodi - continuerò a battermi per fare in modo che le accuse che verranno rivolte ai magistrati siano specificamente e tempestivamente documentate, oltre che riferibili a soggetti individuati, in modo da consentire anche (mi verrebbe da dire: persino) ai magistrati quel diritto di difesa del quale giustamente gli avvocati si dichiarano costantemente paladini. Un diritto di difesa che sia in grado di contrastare accuse strumentali e ingiuste, magari rivolte proprio ai magistrati più coraggiosi, laboriosi ed efficaci e quindi, come tali, “scomodi”. Un diritto di difesa che soprattutto, consenta, ove le accuse si rivelino infondate o ingiuste, quelle legittime reazioni, in tutte le competenti sedi, che spettano a qualsiasi cittadino che si veda ingiustamente accusato di condotte tali da ledere la propria onorabilità. Questo è il mio compito e questo credo sia il compito dell’Associazione, dal quale nulla certamente ci potrà distogliere. Forse non c’è effettivamente molto da ridere, ma certamente vi è molto, assolutamente molto, da fare".



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