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maggio
23
2016

“Giovanni e Paolo - Aldilà di Falcone e Borsellino”

Rappresentazione teatrale a Trapani nell’ora della strage di Capaci


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L’Associazione Nazionale Magistrati - sottosezione di Trapani, insieme con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, la Camera Penale “G. Rubino” di Trapani, il LA.P.E.C. sezione di Trapani e il Presidio trapanese “Ciaccio Montalto” di Libera (associazioni, nomi e numeri contro le mafie), organizza per lunedì 23 maggio alle 17,58, ora della strage di Capaci, la rappresentazione teatrale “Giovanni e Paolo - Aldilà di Falcone e Borsellino”. L’iniziativa si svolgerà nell'atrio del Palazzo di Giustizia di Trapani, con ingresso libero, per mantenere viva la memoria del 24° anniversario della strage di Capaci dove morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. La pièce, di Alessandra Camassa, con Gaspare Balsamo, Dario Garofalo, Giusy Zaccagnini, scene di Lucia Mammana, Sara Pellegrini, costumi di Aurora Damanti, Letizia Mascagni, ha la regia di Dario Garofalo e la direzione artistica di Cinzia Maccagnano.



Siamo nella Casa degli Uomini Eletti. Qui si trovano tutti quelli che in vita si sono distinti per coraggio, onestà, dedizione al lavoro, ma che non sono stati uomini perfetti. Non è dunque il paradiso. In questo luogo metafisico, che tanto poco profuma di santità, due personaggi si incontrano di nuovo, dopo molto tempo. I toni appaiono subito quelli di un'amicizia interrotta, di un rapporto bruscamente spezzato. L'imbarazzo iniziale, i difetti di comunicazione, lo sgomento dello specchiarsi l'uno nelle mancanze dell'altro, lasciano gradualmente il posto al ricordo di un senso della vita condiviso, fanno via via spazio alla feconda opportunità di una identità nuova, slegata dalla materia, più alta, senza i vincoli del tempo, più sincera. Le differenze tra i due personaggi rimarranno le medesime, senza conciliazione possibile; questo eccezionale incontro ne definirà però, con rinnovata franchezza, confini e motivi. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due personaggi di questa pièce, sono trattati al di qua di ogni tentazione agiografica o mitizzante. Chiamarli eroi è facile, inutile, anzi ingiusto: allontanando da noi il senso civico del loro agire, ci allontana al contempo dalle nostre responsabilità, ci paralizza in un disarmante fatalismo, ci ricorda solo ciò che non ci compete, non ci riguarda, non ci appartiene. Attraverso le “voci di dentro” di Giovanni e Paolo, il teatro si offre nella sua straordinaria funzione di luogo privilegiato in cui è possibile, seppure per una manciata di minuti, vedere contemporaneamente la maschera e il volto, quello che si conosce insieme a quello che si può solo immaginare, ciò che è insieme a ciò che non è più.




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