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16 luglio 2022

«Criminalità pericolosa, il metodo Falcone-Borsellino resta vincente»

La vicepresidente dell' Anm Alessandra Maddalena sul Quotidiano La Sicilia


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di Alessandro Anzalone

Nel trentennale della strage di via D`Amelio, il direttivo dell`Associazione  nazionale  magistrati si ritrova questa mattina a Palermo per confrontarsi sul tema "Contrasto alla criminalità mafiosa, iniziative e proposte". L`incontro è previsto alle 10 nell`aula magna del Palazzo di giustizia, e dopo i saluti del presidente della Corte d`Appello, Matto Frasca, del presidente dell'Anm Palermo, Clelia Maltese e del presidente della Fondazione Progetto legalità, Leonardo Agueci, interverranno il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, Salvatore Casciaro segretario dell’Anm e Pierpaolo Filippelli presidente della Commissione dell` Anm "Criminalità organizzata".
Seguiranno gli interventi del generale Nicola Altiero vicedirettore operativo della Dia, del presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, di Francesca Rispoli dell`ufficio di presidenza dell'Associazione Libera, del procuratore di Bari, Roberto Rossi, del procuratore generale di Palermo, Lia Sava, e del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.
La lotta alle mafie resta un'emergenza del nostro Paese, ora che sono in arrivo finanziamenti per miliardi di euro con i fondi del Pnrr, come conferma la dottoressa Alessandra Maddalena, vicepresidente  nazionale dell'Anm: «La lotta alle organizzazioni mafiose è un problema ancora drammaticamente attuale, soprattutto. E continuano ad essere sempre presenti nel tessuto economico. Bisogna tenere sempre molto alta la guardia». 

L'impegno della magistratura per fare luce sulle stragi del `92 e `93 che hanno cambiato la storia d'Italia continua. Adesso si parla di istituire una Commissione parlamentare d`inchiesta…

«La giustizia deve fare tutto quello che occorre per arrivare alla verità per quei fatti». 

La riforma della Giustizia vi ha visto e vi vede molto critici come Anm. Anche per la Commissione Europea così sono a rischio tanti processi per corruzione e l'indipendenza della magistratura... 

«Sostanzialmente la Commissione Europea riprende alcuni degli spunti forniti dalla  Anm e dal Csm, osservazioni che avevamo fatto, evidenziando i rischi di questa riforma che rappresenta il prosieguo di quella realizzata nel 2006 e può portare effettivamente ad una lesione dell'indipendenza della magistratura anche con una spinta verso la burocratizzazione. Non si può arrivare ad una "aziendalizzazione" della giustizia senza attenzione per la qualità, con un grave disservizio per i cittadini».

In tema di lotta alla mafia, tiene banco anche "l`ergastolo ostativo", con pericolosi criminali che potrebbero beneficiare di permessi premio, con relativo allentamento del "carcere duro" da molti definito disumano. È un passo indietro nella lotta alla criminalità?

«Questo tema è estremamente delicato. Anche su questo punto l’Associazione nazionale  magistrati ha dato il proprio parere sulle proposte normative. Bisogna mantenere un giusto punto di equilibrio che non pregiudichi la possibilità del contrasto alla criminalità organizzata, ma tenendo conto anche di quelle che sono le indicazioni della Corte Costituzionale».

Per i cittadini restano troppo lunghi i tempi della giustizia penale e civile. Un nodo che appare senza soluzione. Cosa si può fare per cercare di attenuarlo?

«I campi di intervento sarebbero tanti, abbiamo fatto sentire la nostra voce sulla improcedibilità in appello, la soluzione non è stringere i tempi e fare "morire" i processi dopo il primo grado, con i costi altissimi sostenuti. Bisogna intervenire sul piano processuale, ma anche sulle piante organiche degli uffici giudiziari. L`Italia ha una produttività elevatissima, pur avendo organici inferiori. Vorrei ricordare cosa ha detto la ministra Cartabia poco tempo fa, quando affermò che la qualità della giustizia è il primo argine contro la criminalità organizzata».

Si dibatte anche del decreto legislativo sulla presunzione di non colpevolezza, che impedisce il pieno esercizio del diritto di cronaca e penalizza i cittadini... 

«Anche su questo argomento l'Anm è intervenuta più volte, ci vuole equilibrio anche in questo, attraverso una informazione corretta che deve tenere conto della presunzione di innocenza. Però è anche vero che c`è un diritto e dovere degli uffici di Procura di informare i cittadini, soprattutto quando si parla di criminalità organizzata e anche con riferimento alle infiltrazioni nella pubblica amministrazione. Informare significa dare segnali forti in quei territori più esposti, bisogna far sentire forte la presenza dello Stato anche attraverso l'informazione, facendo conoscere i risultati . In questo modo si rafforza la rete di legalità». 

Infine, si lavora al potenziamento del coordinamento degli uffici giudiziari su scala europea. In fondo era quello che trent'anni fa auspicavano Falcone e Borsellino... 

«Si sta lavorando in questo senso per un maggior collegamento con gli altri Stati, c'è un grande impegno verso la Procura Europea. E il metodo di Falcone e Borsellino, il lavoro di squadra, il coordinamento, la condivisione che portarono anche alla nascita della Dia e della Dna».



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