16 dicembre 2010
Anm: valutare effetti su macchina giustizia
Il provvedimento, con non pochetimidezze e contraddizioni, sembra comunque aprire la strada alcriterio secondo il quale le pene brevi o il breve residuo finalepossono essere espiati fuori del carcere nel senso auspicatodall'Anm di favorire il superamento della concezione pancarcerariadella pena.
Il provvedimento, con non poche timidezze e
contraddizioni, sembra comunque aprire la strada al criterio
secondo il quale le pene brevi o il breve residuo finale possono
essere espiati fuori del carcere nel senso auspicato dall'Anm di
favorire il superamento della concezione pancarceraria della pena.
Restano, tuttavia, dubbi e perplessità, anzitutto per la
schizofrenia legislativa, evidenziata dalla contraddizione di un
legislatore che, da un lato, criminalizza fatti di dubbia
offensività (v. reato di immigrazione clandestina) e,
dall'altro, sopraffatto dall'emergenza, si preoccupa di svuotare le
carceri. In un secondo momento, occorrerà valutare i riflessi che i
conseguenti adempimenti burocratico-amministrativi determineranno
sulla già disagiata macchina della giustizia. E' l'analisi
dell'Associazione nazionale magistrati sulla legge del 26 novembre
2010 n.10, entrata oggi in vigore, a seguito dell'approvazione in
via definitiva il 17 novembre u.s. del ddl 2313, c.d. "svuota
carceri" che - si calcola - dovrebbe porre circa 9.000
detenuti in detenzione domiciliare.
La drammaticità della situazione è evidente. Oggi la popolazione
carceraria è costituita da circa 69.000 detenuti, un terzo dei
quali tossicodipendenti e più di un terzo stranieri. Mai, nella
storia della Repubblica, ce ne sono stati tanti. La capienza dei
206 istituti italiani è di circa 44.000 posti letto. A ciò si
aggiungono le pesanti carenze di organico degli agenti di polizia
penitenziaria.
La soluzione al continuo aumento del sovraffollamento non può
essere solo la costruzione di nuovi stabilimenti in quanto il
carcere deve essere la extrema ratio.
È necessario introdurre pene alternative, non limitare
l'affidamento in prova che pure ha dato buoni risultati, mitigare
le restrizioni previste per i recidivi al godimento dei benefici
penitenziari.
Il carcere non può essere la risposta a ogni situazione di
devianza marginale e la politica non può mostrarsi indifferente
alle ragioni del disagio sociale e alle cause dei fenomeni
collettivi complessi, quali ad esempio l'immigrazione e le
tossicodipendenze, che hanno aumentato esponenzialmente in questi
ultimi anni il tasso di carcerizzazione.
href="http://www.guritel.it/free-sum/ARTI/2010/12/01/sommario.html"
target="_blank">Legge del 26 novembre 2010 n.10 G.U. 281 -
01/12/2010
href="http://www.normattiva.it/dispatcher?service=213&fromurn=yes&datagu=2010-12-01&annoatto=2010&numeroatto=199&task=ricercaatti&elementiperpagina=50&redaz=010G0224&newsearch=1&classeprv=1&paginadamostrare=1&tmstp=1292503550583"
target="_blank">Iter lavori parlamentari