Il recupero delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie e la razionale gestione dei beni sequestrati e confiscati può rivelarsi un’attività strategica per il finanziamento dei piani di investimento nell’innovazione e per la copertura dei costi di risorse umane e materiali, necessarie a garantire una giurisdizione efficiente.
A fronte di ingenti “entrate potenziali” dell’Amministrazione giudiziaria (fra spese processuali liquidate e sanzioni pecuniarie), la percentuale di recupero è particolarmente bassa, intorno al 3-5%.
Le cause sono molteplici: la destinazione delle somme al Ministero dell’Economia e non al Ministero della Giustizia non ha mai stimolato investimenti e progetti organizzativi nel settore; il sistema di liquidazione è complesso e determina ritardi nella quantificazione; la distribuzione delle competenze tra l’ufficio esecuzione della Procura della Repubblica e l’ufficio del Campione Penale presso il Tribunale stacola la corretta quantificazione delle pene pecuniarie e le procedure di recupero. Occorre pertanto:
Quanto ai beni in sequestro e oggetto di confisca, è necessario rendere fruttuosa la loro gestione, specialmente con riguardo ai beni devoluti all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Già esistono un disegno di legge (n. 1316 del 17.6.2008 alla Camera) e i progetti elaborati dalla Commissione ministeriale presieduta dal dott. Francesco Greco, che offrono soluzione ai problemi evidenziati, proponendo: