20 giugno 2019
Ingiusta detenzione: riforma superflua e rischiosa
L’Anm esprime preoccupazione per il progetto di riforma degli artt. 314 e 315 cpp che prevede la trasmissione della sentenza di accoglimento della domanda di riparazione per ingiusta detenzione ai titolari dell’azione disciplinare.
Le ragioni poste alla base della proposta, laddove suggeriscono un accostamento non accettabile tra provvedimento giurisdizionale non confermato nei gradi successivi e grave violazione di legge da parte dei magistrati, tradiscono la mancanza di consapevolezza della inevitabile complessità del procedimento penale.
L’Anm ritiene, pertanto, indispensabile ribadire che, soprattutto in fase cautelare, quando la conoscenza dei fatti è soltanto frammentaria e parziale, il compito del magistrato è quello – difficilissimo – di effettuare un attento, ma fisiologicamente provvisorio, bilanciamento tra le fondamentali garanzie di libertà del singolo e le altrettanto insopprimibili esigenze di tutela della collettività.
Il nostro ordinamento già prevede efficaci strumenti per l'accertamento di eventuali errori e un rigoroso sistema di responsabilità civile e disciplinare. La modifica proposta è inutile e può costituire un rischio di condizionamento nell’adozione di iniziative cautelari in palese contrasto con l'invocata necessità di un maggiore severità a tutela della sicurezza dei cittadini.