20 gennaio 2021
Una discussa delibera dell'organo di governo autonomo
Prendiamo atto, con favore, della proposta consiliare di riesaminare in autotutela la delibera del plenum con cui si era inteso negare ad una collega - la cui idoneità era stata positivamente vagliata dallo stesso organo di autogoverno con delibera dell’anno precedente - la possibilità di esercitare il ruolo di affidatario in ragione di un pregiudizio disciplinare risalente al lontano 2009.
Fermo il rispetto istituzionale dell’autonomia del Consiglio Superiore della Magistratura e delle libere determinazioni di voto dei singoli consiglieri, è necessario che le decisioni del governo autonomo, specie se destinate ad influire in maniera così profonda sulla professionalità del magistrato, siano sempre ispirate ai principi di coerenza, piena comprensibilità e tutela dell’affidamento.
Qualsiasi determinazione consiliare deve essere intellegibile nel suo percorso motivazionale ed ancorata a chiare acquisizioni sopravvenute qualora si risolva nella revisione delle valutazioni già espresse in una precedente delibera, non potendo dare l’apparenza di un immotivato ripensamento.
L’episodio conferma la necessità di porre al centro del dibattito associativo, in attesa delle auspicabili riforme legislative, la questione della riabilitazione dei magistrati, unica categoria per la quale non è previsto tale istituto.