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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

19 giugno 2021

L’ANM sulla comunicazione

Accadimenti anche recenti hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica e al centro del dibattito l’essenziale questione dell’informazione e della comunicazione mediatica dei magistrati e delle regole che le dovrebbero caratterizzare.


Appare di stringente attualità il richiamo al quadro dei principi generali affermati dal codice etico dell’Associazione nazionale magistrati (tra cui gli artt. 1, sui valori e principî fondamentali; 2, sui rapporti con le istituzioni, con i cittadini e con gli utenti della giustizia; 5, sulle informazioni di ufficio, e 7, sull'adesione ad associazioni); ed in particolare l'art. 6 del codice etico, in merito ai rapporti con la stampa e con gli altri mezzi di comunicazione di massa, prevede che, «fermo il principio di piena libertà di manifestazione del pensiero, il magistrato si ispira a criteri di equilibrio, dignità e misura nel rilasciare dichiarazioni ed interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa, così come in ogni scritto e in ogni dichiarazione destinati alla diffusione».


Ferme le irrinunciabili libertà costituzionali, appare doveroso richiamare i limiti connessi ai doveri legati alla funzione ed al ruolo istituzionale dei magistrati.


L’uso dei mezzi di comunicazione e dei *social media* da parte dei magistrati deve essere ispirato alla piena consapevolezza che ogni volta che vengano rilasciate pubbliche dichiarazioni si coinvolge l’immagine dell’intero Ordine Giudiziario, ed inevitabilmente la credibilità stessa della magistratura.


Nelle esternazioni relative a procedimenti nell’ambito dei quali i magistrati svolgano o abbiano svolto un ruolo funzionale devono essere osservate con rigore le norme legislative e regolamentari vigenti, nel rispetto dei diritti di tutte le parti coinvolte. La comunicazione giudiziaria è, infatti, persino doverosa -come ha ricordato recentemente il Presidente della Repubblica- ed essa appare ancor più necessaria nelle terre in cui è radicata la criminalità organizzata, dove è importante comunicare i risultati delle investigazioni, anche per rimarcare la presenza dello Stato e delle Istituzioni.


L’Associazione nazionale magistrati auspica con forza che nel comunicare attraverso mezzi di comunicazione di massa, social media o in trasmissioni televisive o radiofoniche, il magistrato utilizzi un linguaggio adeguato e prudente, connotato da stringenti parametri di continenza espressiva ed ispirato al perseguimento dell’esclusivo interesse pubblico nei rigorosi limiti comunicativi inerenti il proprio status e la propria funzione, nel pieno rispetto delle regole processuali e deontologiche.



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