Pubblichiamo di seguito alcuni passaggi dell’intervento di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati in occasione dell’Assemblea generale Straordinaria sulla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm del 30 aprile 2022.
Una riforma sbagliata
Non migliora il servizio e non velocizza i tempi della giustizia. Crea ulteriori adempimenti che saranno inevitabilmente burocratizzati. Una scelta inutile e dannosa.
La riforma spegne il coraggio e solletica un sentimento impiegatizio
Noi non siamo contrari alla valutazione dei magistrati, anzi siamo assolutamente favorevoli ad essere valutati. Questo deve essere chiarissimo. Noi siamo già periodicamente valutati, almeno ogni quadriennio, ben sette volte nel corso della carriera. Non so quante altre professioni intellettuali hanno la stessa scansione temporale di valutazioni periodiche, noi l’abbiamo. Mi rivolgo ai politici, avete sganciato le valutazioni periodiche dei magistrati dai profili di professionalità legati alle tecniche argomentative e le avete agganciate all'esito degli affari nei successivi gradi di giudizio. State arricchendo il fascicolo personale del magistrato di una tale quantità di documenti che non lo leggerà più nessuno. Non state migliorando il sistema delle valutazioni di professionalità, lo state inceppando, in più con spunti assolutamente pericolosi perché l'esito degli affari creerà in un magistrato il timore di poter essere valutato non per il possesso della tecnica dell'argomentazione giuridica, ma per non avere “indovinato” quale è la decisione giusta. Ma noi non decidiamo secondo premesse necessitanti, questo lo sapete, è la logica del probabile che domina i processi. Ogni processo è necessariamente un processo indiziario, non ci sono certezze e noi dobbiamo avere il coraggio di muoverci anche quando il verosimile non ci assiste, perché il verosimile non è la verità, noi dobbiamo avere coraggio nelle decisioni e voi spegnete il coraggio! Di fronte a un imputato che ha apparentemente tutto contro, il magistrato non deve affidarsi al verosimile, ma, anche quando l'opinione pubblica e il sentimento collettivo vanno in direzione contraria, deve sapere sperimentale il coraggio dell'accertamento che si fa nel processo, non dovendosi curare del suo fascicolo personale, ma dell'unico fascicolo che sta in quel momento sul suo tavolo, che è il fascicolo del processo! Guardate che così facendo voi state solleticando il sentimento impiegatizio del magistrato e io temo che questo possa trovare risposta. Noi vogliamo ribadire la vocazione altamente professionale della magistratura italiana che sta scritta in Costituzione. Noi vogliamo resistere al tentativo di un ingabbiamento nelle paure e nei desideri dell'impiegato, senza nulla togliere e senza nessun dileggio nei confronti dell'impiegato, ma noi siamo funzionari dello Stato a fortissima vocazione professionale, non lo siamo per scelta, lo siamo per statuto costituzionale. State attenti, lo dico alla politica, perché un magistrato attento a sé stesso, attento al suo profilo di carriera, impaurito, non sarà un miglior giudice, quel miglior giudice a cui tutti noi dobbiamo tendere.
Nessuna chiusura corporativa, siamo aperti al dialogo
Non ci opponiamo alle riforme, sarebbe suicida, ma vogliamo una buona riforma. Non siamo chiusi, né abbiamo una volontà di scontro con la politica. Non cerchiamo forme di protesta che siano chiusura corporativa, ma forme di condivisone con politica e società. Abbiamo fiducia nella discussione, pensiamo di avere buone ragioni e non si tratta delle ragioni di una casta che intende conservare privilegi odiosi: questo è un luogo comune che ci schiaccia in un angolo da cui vogliamo uscire mostrando propensione al confronto. La nostra è una costante propensione al dialogo e del confronto. Sono questioni elementari che è bene capiscano i cittadini. Non vogliamo solo ascolti riservati nelle stanze del potere. Siamo lontanissimi dal coltivare le divisioni, vogliamo invece condividere le nostre preoccupazioni con chi riceve il nostro servizio, i cittadini. In un piano nazionale di ripresa è necessario migliorare e aumentare la qualità della macchina giudiziaria. Dobbiamo mettere al centro il cittadino che non deve avere paura del palazzo di giustizia ma avere fiducia in quel palazzo. Con questa riforma non rendiamo un buon servizio.
I magistrati pagano le inefficienze più di altri
Non parlo per difendere interessi nostri di tipo sindacale. Vogliamo contribuire al dibattito pubblico sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. Paghiamo le inefficienze del sistema giudiziario più di tutti e per questo chiediamo alla politica una buona riforma e risorse necessarie affinché la giustizia possa camminare su gambe salde.
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Anm proclama sciopero contro riforma.
Non scioperiamo per protestare ma per essere ascoltati. La riforma va corretta, c'è ancora tempo *
Lo sciopero sarà un modo per comunicare le ragioni del dissenso, non un modo per protestare contro una legge in fieri. Noi non possiamo pensare che la discussione si sia chiusa. Noi vogliamo la riforma, si tratta solo di correggere alcune storture. Lavoreremo per questo e chiediamo al Senato di riflettere su alcuni aspetti. Speriamo ci sia ancora tempo e per questo ci stiamo impegnando.
*Le parole del presidente Santalucia al termine dei lavori dell’Assemblea in cui è stata votata la proposta, con 1.081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti, di una giornata di sciopero contro la riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm.