4 gennaio 2010
Cosa insegna il falso “caso Graviano”
Appello per rimuovere i veri ostacoli nella lotta alla criminalità
La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati esprime la propria vicinanza e solidarietà ai giudici della Corte d’assise d’appello di Palermo, nei cui confronti esponenti politici e organi di informazione hanno reso, nei giorni scorsi, dichiarazioni incaute, prive di ogni fondamento e pesantemente lesive della loro dignità personale e professionale, muovendo dalla falsa notizia dell’attenuazione del regime di esecuzione della pena previsto dall’articolo 41 bis dell’Ordinamento penitenziario nei confronti del detenuto Giuseppe Graviano.
L’Anm ritiene grave e inaccettabile la campagna di disinformazione e delegittimazione nei confronti di magistrati quotidianamente e coraggiosamente impegnati nella lotta alla mafia e nell’affermazione della legalità in Sicilia.
Crediamo che, oggi più che mai, tutte le istituzioni dello Stato debbano ritrovare la massima determinazione e sinergia per risolvere i veri problemi che, sul piano normativo, ostacolano l’azione sviluppata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine a tutela del diritto alla sicurezza dei cittadini: a cominciare dall’assurdo divieto di destinare i magistrati di prima nomina alle funzioni di pubblico ministero, che sta provocando la desertificazione delle Procure nelle regioni più esposte alla minaccia della criminalità organizzata.