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14 maggio 2023

Conferma incarichi direttivi e semidirettivi: il documento dell’Anm sui ritardi da parte del Csm

Il documento del Comitato Direttivo Centrale

Abbiamo appreso dalla stampa e dai canali di comunicazione interni alla magistratura, che numerose pratiche relative alla conferma di direttivi e semidirettivi, sono in attesa di trattazione al Consiglio superiore, che non se ne è ancora occupato neppure in sede di Commissione.
Si tratta di decine di pratiche, per le quali sono trascorsi più di due anni dalla maturazione del termine; e, circostanza ben più rilevante, oltre quaranta presentano profili di criticità, o perché giunte al CSM con un parere contrario alla conferma del Consiglio Giudiziario, oppure perché relative a magistrati che avevano in corso un procedimento penale, oppure disciplinare, o un procedimento ai sensi dell’articolo 2 legge guarentigie.
Il sistema delineato dalla riforma del 2006 si fondava, fra gli altri punti, proprio sull’istituto della conferma. La conferma è un punto distintivo, qualificante, irrinunciabile, della dirigenza delineata dalla riforma, e il ritardo nella valutazione da parte del Consiglio Superiore la svuota di contenuto e di efficacia.
Se infatti la procedura si conclude, o addirittura non si è ancora conclusa, a oltre tre anni dalla maturazione del quadriennio, è evidente che la pronuncia non ha alcun effetto concreto quanto a quell’ufficio, potendo solo impedire, se negativa, la partecipazione ad altri concorsi dell’interessato.
Le caratteristiche del fenomeno hanno indotto alcuni a ipotizzare che i ritardi non fossero dovuti alla mole di lavoro, ma a una volontà, peraltro mai manifestata apertamente, di posticipare la decisione privandola di effettività.
Ovviamente il Consiglio in carica ha ereditato tale situazione e non ne è responsabile. È necessario, però, anche per smentire nei fatti l’ipotesi sopra ventilata, farsi carico della situazione concreta che si è creata. L’ANM, cui sta a cuore la tutela dell’immagine e del buon nome della magistratura e dei singoli magistrati, ritiene non solo di dover denunciare il problema, ma anche indicare linee di azioni che possano ispirare le scelte del Consiglio superiore.
Riteniamo prioritaria l’aggressione dell’arretrato, con misure organizzative incisive e ragionate, che prevedano la diminuzione delle pratiche pendenti e l’avvicinamento, quanto più possibile, della delibera sulla conferma alla scadenza del quadriennio.
Sarebbe opportuno, perciò, da un lato adottare un cronoprogramma, che fornisca fin d’ora, sia pure con valutazione prognostica, una data in cui l’arretrato si attesterà su livelli fisiologici.
Dall’altro, soprattutto, trattare con assoluta priorità le pratiche che pervengano al Consiglio con parere contrario del Consiglio Giudiziario.
Tale parere, pur non vincolante, denuncia evidentemente criticità, che il Consiglio Superiore dovrebbe trattare prioritariamente, con ciò tutelando sia l’immagine della magistratura e dell’ufficio, sia quella dell’interessato, che ben potrebbe far valere e vedere accolte le proprie ragioni contrarie alla valutazione negativa del Consiglio giudiziario.
Tanto premesso il CDC dell’ANM auspica che il CSM adotti tempestivamente ogni utile iniziativa volta a garantire che la procedura di conferma degli uffici direttivi e semidirettivi sia efficace e tempestiva, con particolare riferimento alle pratiche rimaste inevase.



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