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22 ottobre 2023

L'Anm sulle prospettive dell'ufficio per il processo

A oltre un anno e mezzo dall’assunzione dei primi funzionari addetti all’ufficio del processo è di tutta evidenza come il consuntivo della loro incidenza sull’efficienza dell’organizzazione giudiziaria sia assolutamente positiva. Ed invero, pur prescindendo dal raggiungimento o meno degli obiettivi- sin troppo ambiziosi- perseguiti dal Governo (abbattimento dell'arretrato civile del 65% in primo grado e del 55% in appello, entro la fine del 2024; abbattimento dell'arretrato civile del 90%, in tutti i gradi di giudizio, entro la metà del 2026; riduzione del 40% della durata dei procedimenti civili entro la metà del 2026; riduzione del 25% della durata dei procedimenti penali entro la metà del 2026), va registrata una sensibile riduzione delle pendenze e dei tempi di definizione dei giudizi anche grazie alla loro attività sia di supporto alla giurisdizione (studio preliminare dei fascicoli, relazioni sui processi, verifiche preliminari del ruolo di udienza, redazione di bozze di provvedimenti, ricerche giurisprudenziali, segnalazione di precedenti rilevanti per la banca dati di giurisprudenza e altre attività di collaborazione con il giudice di riferimento), sia di raccordo con le cancellerie (assistenza alle udienze, redazione dei verbali telematici, scarico di provvedimenti, adempimenti post-udienza e altro). Occorre, pertanto, proseguire nella direzione di una decisa implementazione dell’Ufficio del processo al fine di garantire al Paese una risposta di giustizia davvero rapida e di qualità. In particolare, va osservato che in questi primi mesi la produttività dei funzionari UPP ha scontato in modo significativo il marcato turn over conseguente alle numerose dimissioni presentate da molti di loro, vincitori di altri concorsi per l’accesso nella PA in ruoli a tempo indeterminato; ciò ha comportato, infatti, la perdita di personale già in gran parte formato, sostituito per effetto dello scorrimento delle graduatorie da altri addetti da destinare a nuovi programmi di formazione, che hanno richiesto e tuttora richiedono un notevole dispendio di tempo ed energie da parte del giudice di riferimento come pure del personale di cancelleria.
L’ANM, quindi, valuta positivamente l’iniziativa governativa di richiedere alle Autorità europee la proroga di altri due anni dei funzionari addetti UPP attualmente in servizio.
Diventano doverose, tuttavia, ulteriori iniziative che pongano fine o almeno riducano l’emorragia di funzionari UPP sì da rendere il loro apporto di sistema e, quindi, permanente il modello organizzativo incoraggiato dalla loro assunzione.
Tale risultato può essere conseguito in modo compiuto unicamente mediante la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, sia prevedendone la trasformazione a tempo indeterminato alla fine del periodo di servizio qualora ciò precludesse l’erogazione dei fondi PNRR, sia il loro inserimento negli uffici giudiziari, che oggi non possono avvalersi del loro apporto (come da richiesta già avanzata dal cdc con delibera del 5 marzo 2023).
In attesa della auspicata stabilizzazione della figura professionale dell’addetto all’UPP, chiediamo che sia almeno riconosciuta a coloro, che siano vincitori di altri concorsi pubblici, la facoltà di assumere servizio nei nuovi ruoli alla fine del loro incarico come UPP. La “facoltà di differimento” della presa di servizio conseguente al superamento di un concorso pubblico consentirebbe loro di concludere l’esperienza professionale in Tribunale senza precludersi altre occasioni lavorative a tempo indeterminato.



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