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4 giugno 2010

La chiarezza necessaria

Non plaudiamo alle sentenze di assoluzione e condanna e, amaggior ragione, in occasione di una decisione della sezionedisciplinare. Non esistono dichiarazioni in tal senso dei dirigentidell'associazione. Comprendiamo l'amarezza dei colleghi nei cuiconfronti sono state inflitte gravi sanzioni. Riteniamo che spetti solo agli organiistituzionalmente competenti stabilire, nel pieno rispettodelle garanzie procedurali, chi deve essere condannato o assolto eche sia sbagliato da parte della politica prendere spunto da questevicende per preannunciare riforme.


Il nostro pensiero sulle vicende di Salerno e Catanzaro lo
abbiamo ampiamente espresso nei documenti rispettivamente approvati
il 10 dicembre ed il 20 gennaio u.s. In quei documenti non vi è
stato alcun riferimento al merito delle indagini, ma solo a profili
attinenti alla professionalità e al metodo, tanto nei confronti dei
colleghi di Salerno quanto di quelli di Catanzaro.



Noi non plaudiamo alle sentenze di assoluzione e condanna e, a
maggior ragione, in occasione di una decisione della sezione
disciplinare. Non esistono dichiarazioni in tal senso dei dirigenti
dell'associazione. Comprendiamo l'amarezza dei colleghi nei cui
confronti sono state inflitte gravi sanzioni.



Noi riteniamo, tuttavia, che spetti solo agli organi
istituzionalmente  competenti stabilire, nel pieno rispetto
delle garanzie procedurali, chi deve essere condannato o assolto e
che sia sbagliato da parte della politica prendere spunto da queste
vicende per preannunciare riforme.



Noi riteniamo che in occasione degli ultimi episodi il sistema
abbia funzionato perché ha consentito, in tempi
rapidi, all'organo cui la Costituzione assegna tale compito di
verificare la fondatezza, in una fase preliminare, di un'accusa
disciplinare in una vicenda che aveva creato sconcerto nella
pubblica opinione e che richiedeva che venissero ristabilite delle
certezze per restituire credibilità alla magistratura.



Purtroppo lo stesso non è sempre accaduto prima. Magistrati
professionalmente inadeguati o addirittura collusi con le diverse
forme di potere illegale non hanno subito analogo rigore da parte
degli organi disciplinari. Sulla vicenda di Catanzaro si è
intervenuti in ritardo e in maniera inadeguata, lasciando
nell'opinione pubblica e nei colleghi un senso di insoddisfazione e
di incompiutezza. Una indagine giudiziaria è stata prima ostacolata
dal dirigente dell'ufficio e poi illegittimamente avocata dal
procuratore generale. Comportamenti che certamente non possono
giustificare le gravi e inaccettabili torsioni degli strumenti
processuali che pure si sono verificate, ma sui quali sarebbe stato
doveroso intervenire con altrettanto rigore e tempestività.Così
come riteniamo necessario che le indagini in corso non vengano
obliterate ma siano condotte a termine senza indugi.



Siamo consapevoli del fatto che la scelta della associazione di
esprimere con chiarezza il proprio punto di vista su questa
vicenda, rompendo una tradizione consolidata abbia creato
discussione, dibattito e divisioni.



Noi vogliamo proseguire, non con le parole ma con i fatti, in un
percorso di rinnovamento della magistratura e dell'associazionismo,
che porti al superamento delle logiche di appartenenza correntizia
nel governo della magistratura e del corporativismo nel suo
significato di difendere a tutti i costi qualsiasi condotta dei
colleghi che non risponda a canoni di deontologia
professionale.



Ma riteniamo, anche, che il dovere del magistrato non sia quello
di "combattere il male" con qualunque mezzo, bensì di applicare la
legge. E' interesse dei cittadini, e il nostro pensiero va in
particolare ai familiari delle vittime della mafia, ai ragazzi di
Locri e più in generale a tutti coloro che per questa causa hanno
sacrificato la propria vita e che per noi sono costante punto di
riferimento, che non vi siano magistrati collusi con il potere, ma
magistrati professionalmente adeguati che sappiano esercitare il
controllo di legalità nel pieno rispetto delle regole.



Se ciò non accadesse non avrebbe senso e ragione difendere
l'autonomia e l'indipendenza della magistratura.




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