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4 giugno 2010

L'Anm sulla geografia giudiziaria

Tra gli interventi proposti perincidere davvero sulle inefficienze del sistema giudiziariol'Associazione nazionale magistrati ha indicato più volte lanecessità di rivedere l'anacronistica geografia giudiziaria delnostro Paese.


L'Associazione nazionale magistrati
ha più volte denunciato la grave crisi di funzionalità del sistema
giudiziario e la urgente necessità di interventi di riforma per
garantire ai cittadini un processo in tempi ragionevoli.



Le proposte del governo e il
dibattito pubblico, invece, sono incentrate, ancora una volta,
sull'assetto ordinamentale della magistratura, sulla separazione
delle carriere, sulla responsabilità civile e disciplinare dei
magistrati, per non parlare della riforma dell'assetto
costituzionale della magistratura.



Tra gli interventi proposti per
incidere davvero sulle inefficienze del sistema giudiziario
l'associazione ha indicato più volte la necessità di rivedere la
anacronistica geografia giudiziaria del nostro Paese.



A tal fine, l'Anm, anche
richiamandosi alle conclusioni della Commissione Tecnica per la
Finanza Pubblica (CTFP) istituita presso il Ministero del Tesoro,
ha proposto una ricognizione sulla esatta consistenza degli uffici
giudiziari (sommatoria tribunale + procura), che non superano il
limite di 20 unità, individuato come la dimensione minima
assolutamente inderogabile di un ufficio giudiziario.



Da tale analisi, si evince che ben
67 uffici hanno organici inferiori alle 20 unità (pari al 68% degli
uffici di 1° grado), e che tra loro vi sono addirittura due uffici
che coincidono con capoluoghi di corte di appello (L'Aquila e
Campobasso). Mentre ben 16 uffici hanno organico inferiore alle 10
unità.



Il primo risultato cui tendere,
dunque, è quello di razionalizzare nell'immediato la
dimensione degli uffici la cui sopravvivenza è del tutto
"ingiustificabile".



L'Anm propone dunque un
intervento immediato attraverso:

a) l'unificazione degli uffici di minime dimensioni (6-10 unità) ad
altri che hanno consistenza numerica superiore alle 10 unità (salve
le peculiarità del territorio su cui operano)

b)  ulteriori accorpamenti per arrivare alla dimensione
ottimale minima di 20 unità.




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