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7 giugno 2010

Catanzaro: dibattito Anm organizzato dalla Sezione Distrettuale

«Non soltanto l'efficienza del servizio giustizia; anche laquestione morale passa per la scelta meritocratica dei dirigentidegli uffici». In estrema sintesi è questo il messaggio rilanciatoa Catanzaro giovedì 23 aprile, dal presidente dell'Associazionenazionale magistrati, Luca Palamara, nel dibattito organizzato incollaborazione con la sezione distrettuale dell'Anm presieduta daAlberto Filardo (presidente di sezione del tribunale diCatanzaro)...


Il dibattito dell'Anm a
Catanzaro



«Non soltanto l'efficienza del servizio giustizia; anche la
questione morale passa per la scelta meritocratica dei dirigenti
degli uffici». In estrema sintesi è questo il messaggio rilanciato
a Catanzaro giovedì 23 aprile, dal presidente dell'Associazione
nazionale magistrati, Luca Palamara, nel dibattito organizzato in
collaborazione con la sezione distrettuale dell'Anm presieduta da
Alberto Filardo (presidente di sezione del tribunale di Catanzaro)
e al quale hanno partecipato i componenti togati del Csm Giuseppe
Maria Berruti e Vincenza Maccora, il presidente del tribunale di
Reggio Calabria, Luciano Gerardis, il procuratore della Repubblica
di Palmi, Giuseppe Creazzo, con il giornalista Pietro Melia,
inviato della sede regionale Rai di Cosenza. Della giunta Anm erano
altresì presenti il vicesegretario generale Silvana Sica, Antonio
Balsamo, Piergiorgio Morosini, Roberto Rossi e Gaetano Sgroia.



Tra i molti presenti nell'Aula messa a disposizione dal
Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro, nella sede della
Corte d'appello, c'erano il presidente della Corte d'appello Pietro
Serena, il procuratore generale Dolcino Favi, il procuratore
Antonino Vincenzo Lombardo; i procuratori di Cosenza, Dario
Granieri, e di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo; l'avvocato generale
di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro; i presidenti dei tribunali
di Cosenza, Renato Greco, e di Paola, Domenico Introcaso; i giudici
Maria Antonietta Onorati, presidente di sezione a Cosenza, Massimo
Lento, consigliere di Corte d'appello a Catanzaro, e Patrizia
Morabito, presidente distrettuale del Movimento per la
giustizia.



È noto che il dibattito sul ruolo e l'attività dei dirigenti
degli uffici giudiziari era tornato alla ribalta, lo scorso
autunno, proprio per le vicende e le inchieste giudiziarie che
hanno coinvolto le procure di Salerno e Catanzaro, e la procura
generale del distretto calabrese.



In marzo un analogo dibattito si era svolto a Salerno. Ai
colleghi di entrambi distretti l'Anm ha voluto manifestare
l'attenzione e la vicinanza dell'Associazione, di fronte a
questioni di grande importanza e delicatezza, non prive di
sofferenze personali e professionali, in territori e realtà
obiettivamente difficili, sia sul piano ambientale, sia sul piano
organizzativo e degli organici scoperti, soprattutto negli uffici
di procura.



Ovviamente anche a Catanzaro non si voleva entrare nel merito
delle vicende, e non lo si è fatto; né si intendeva aggiungere
nulla a quanto scritto in tre delibere dall'intera giunta dell'Anm,
e in particolare il 10 dicembre 2008. «Noi abbiamo ritenuto di
dover prendere posizione - ha esordito Palamara - perché abbiamo un
modello di magistratura che prevede il rispetto delle regole.
Questo abbiamo detto, questo abbiamo scritto, di questo siamo
convinti». Fatta questa premessa, Palamara ha raccolto quella che è
stata definita la sfida del rinnovamento, individuando la risposta
«nella scelta della dirigenza, e cioè la nomina dei capi degli
uffici ancorata non all'anzianità, ma alla professionalità». Una
professionalità non soltanto e non tanto giuridica, quanto
"specifica", capace di affrontare le necessità organizzative, le
situazioni di incrostazione, inefficienza e scarsa trasparenza,
talvolta presenti; con attitudini al dialogo, al confronto con i
colleghi, alla valorizzazione delle loro capacità e al
coinvolgimento nelle scelte e nell'adozione dei protocolli più
adatti per ciascun ufficio; un'indipendenza riconosciuta,
un'adesione piena alla cultura delle regole.



In questi criteri trova attuazione anche il "superamento delle
appartenenze", sul quale da tempo insiste l'Anm. In altre parole
occorre scegliere in ogni situazione "il migliore", con un salto di
qualità nella selezione dei nuovi dirigenti e nella verifica del
loro operato.



Che il Consiglio superiore intenda operare le sue scelte in
sintonia con questi indirizzi; e che anzi abbia già avviato questa
azione, anche per dare attuazione non formale ai nuovi criteri di
valutazione e alla temporaneità degli incarichi direttivi, lo ha
confermato il presidente della commissione Incarichi direttivi del
Csm, Giuseppe Maria Berruti; che tuttavia non ha nascosto la
inadeguatezza dei fascicoli personali dei magistrati già in
servizio, compilati essenzialmente con autorelazioni sempre inclini
all'eccellenza, e privi di osservazioni significative da parte dei
consigli giudiziari, il cui ruolo è divenuto importantissimo e sarà
decisivo per il successo o il fallimento del rinnovamento.



Il componente del Csm si è detto consapevole e convinto che
alcune riforme attuate o perseguite non hanno a cuore tanto il
funzionamento della giustizia e il suo miglioramento, quanto
l'indebolimento della pubblica accusa e il controllo della
magistratura. Ma ritiene che il Csm e i magistrati abbiano il
dovere di affrontare i propri comportamenti e le proprie
responsabilità, anziché insegnare alla politica come si dovrebbe
fare "buona politica"; o rifugiarsi dietro la cattiva politica, che
certamente esiste. «Esistono carenze strutturali non solo nelle
dotazioni, ma anche nelle capacità di chi fa il magistrato - ha
aggiunto Berruti - Le prerogative di autonomia e indipendenza sono
state utilizzate spesso per difendere lo status dei magistrati. E
se i magistrati non sapranno promuovere il cambiamento
dall'interno, lo subiranno dall'esterno».



Il presidente del Tribunale di Reggio Calabria Luciano Gerardis
ha illustrato quali debbano essere i criteri e le linee guida per
dirigere l'ufficio giudiziario; ha poi soffermato l'attenzione
sui principi della dirigenza partecipata da attuarsi tramite il
pieno coinvolgimento dei colleghi. Sotto tale profilo ha in
particolare evidenziato  le ricadute positive sull'efficienza
e sulle condizioni di lavoro derivanti dall'ascolto dei magistrati
che lavorano negli uffici, e di come la ricerca del metodo
collegiale, e non autoritario, sia un utile strumento per
affrontare al meglio le carenze strutturali e di personale che in
questo momento affliggono anche il Tribunale di Reggio, come quello
di altre sedi, nonchè sia direttamente funzionale a rendere un
servizio migliore  al cittadino ed alla collettività.



Il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, ha portato
l'attenzione sulla scopertura degli uffici requirenti, che diverrà
gravissima e in alcuni casi determinerà la paralisi di interi
uffici giudiziari (la stessa Palmi, Vibo Valentia, la procura
minorile di Reggio Calabria) per effetto dei trasferimenti già
deliberati e in assenza di nuovi sostituti, a causa del ben noto
obbligo di destinare i magistrati di prima nomina a funzioni
collegiali in organi giudicanti. Il 6 aprile scorso i 13
procuratori di entrambi i distretti calabresi, riuniti a Catanzaro,
hanno discusso e denunciato la questione con un documento approvato
all'unanimità, nel quale si chiede di affrontare l'emergenza almeno
con temporanee incentivazioni; e si sollecitano Governo e
Parlamento a modificare l'ordinamento giudiziario.



Vincenza Maccora, già presidente e oggi componente della
commissione Incarichi direttivi, ha assicurato che da tempo la
questione è ben presente al Consiglio (che due settimane fa ha
convocato in audizione la giunta dell'Anm, che vi ha partecipato in
composizione allargata ai rappresentanti di Mi nel Cdc) ma il
ministro e il Parlamento non hanno finora ritenuto di intervenire,
mentre sullo sfondo si intravede il rischio di un reclutamento
straordinario. Ha tuttavia ammesso la difficoltà di dare risalto
alla questione, anche sul piano mediatico e dell'opinione pubblica:
«Serve una mobilitazione assoluta e permanente - ha concluso -
lunedì chiederemo un incontro al ministro per sollecitare
soluzioni, e per chiedergli risposte e impegni precisi».




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