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7 giugno 2010

L'Anm sulla mobilità dei magistrati

L'Associazione nazionale magistrati prende atto della notatrasmessa da alcuni magistrati in servizio presso sedi disagiatenella quale si lamenta l'impossibilità di presentare domanda ditrasferimento per i posti pubblicati con il bando del 24 luglio2009, in quanto il termine di scadenza per la presentazione delledomande precede di pochi giorni la data di maturazione del dirittodi prescelta.


L'Associazione nazionale magistrati prende atto della nota
trasmessa da alcuni magistrati in servizio presso sedi disagiate
nella quale si lamenta l'impossibilità di presentare domanda di
trasferimento per i posti pubblicati con il bando del 24 luglio
2009, in quanto il termine di scadenza per la presentazione delle
domande precede di pochi giorni la data di maturazione del diritto
di prescelta.



La Gec auspica che l'obiettiva situazione di disagio dei
colleghi trovi ascolto e attenzione in sede istituzionale. In ogni
caso la Gec ritiene che il diritto di prescelta previsto dalla
legge debba essere garantito in maniera concreta ed effettiva,
anche mediante mirate e tempestive  pubblicazioni di
posti.



Più in generale la Gec rileva che la questione della mobilità
dei magistrati ed in particolare dei magistrati destinati d'ufficio
nelle sedi di prima nomina sta assumendo una dimensione di seria
criticità.



La gravità della situazione è stata più volte denunciata dalla
Anm. Al riguardo si richiama quanto esposto nella recente audizione
innanzi alla III Commissione del Csm e riportato in calce al
verbale della Gec del 1 aprile 2009:



La GEC ha illustrato la drammatica situazione degli uffici
del meridione così come rappresentata nel corso degli incontri che
si sono svolti sul territorio. Le principali cause vanno
individuate nella norma ordinamentale che vieta di destinare i
magistrati di prima nomina ad uffici requirenti e nella rigidità
delle disposizioni in materia di passaggio di funzioni, in
relazione alle quali l'ANM ha più volte rappresentato l'esigenza di
una immediata revisione.

Inoltre, la GEC ha riferito i sentimenti di malcontento e 
disagio avvertiti dalla maggior parte dei giovani magistrati che
prestano servizio in quelli sedi.

Si tratta di colleghi destinati di ufficio in prima nomina in sedi
lontane da quelle di provenienza, in uffici non adeguatamente
organizzati e con una drammatica carenza di organico.

La frustrazione è accentuata dall'assenza di prospettive  in
merito alla possibilità di rientro o di avvicinamento alle sedi di
provenienza. In tal senso incidono negativamente, anche sul piano
della percezione, la sussistenza di speciali meccanismi di
mobilità, previsti dalla legge o da circolari del CSM, quali quelli
introdotti dalle leggi 100, 104 e 133, nonché quelli stabiliti per
i magistrati collocati fuori ruolo.

L'ANM ha sottolineato come questa diffusa situazione di disagio
della magistratura più giovane rappresenti un grave rischio per il
futuro della funzione giudiziaria in Italia, in quanto è sempre
maggiore la propensione dei migliori laureati, ed anche dei
vincitori di concorso, a ricercare altri percorsi professionali,
tra i quali la magistratura amministrativa, l'avvocatura dello
stato ed il notariato, che appaiono da ogni punto di vista più
appetibili.

L'ANM ritiene che tali meccanismi debbano essere drasticamente
ridotti. In particolare, si ritiene che nelle ipotesi disciplinate
dalle leggi 100 e 104 il trasferimento debba essere limitato alla
durata di quello del coniuge o alla permanenza della situazione di
malattia.



Su questo tema si gioca il futuro della magistratura, in quanto
un sistema di mobilità che non garantisca tempi certi e
ragionevoli  per il riavvicinamento a casa dei magistrati di
prima nomina determina una  grave crisi di vocazioni e una
fuga dalla professione che finiranno per impoverire l'istituzione
giudiziaria.



La gravità della situazione richiede interventi adeguati e
tempestivi da parte del legislatore e del Csm, tali da garantire un
sistema di mobilità che offra ai magistrati certezze sulle
prospettive e sui tempi di trasferimento. 

Sul piano legislativo le soluzioni sono da ricercare:

a) nella revisione delle circoscrizioni giudiziarie, più
volte sollecitata dalla Anm;

b) nella revisione e razionalizzazione degli organici degli
Uffici giudiziari;

c) nell'adeguare sul piano economico le indennità di prima
sistemazione.



Sul piano amministrativo si potrebbe prospettare l'opportunità
di prevedere in maniera obbligatoria e con data certa due
pubblicazioni annuali di tutti i posti vacanti, sì da garantire
certezze nei tempi e trasparenza nelle scelte.



Inoltre andrebbe verificata la possibilità tecnica di effettuare
una pubblicazione annuale riservata ai magistrati che siano stati
destinati di ufficio nelle sedi di prima nomina, eventualmente
limitata ai colleghi che abbiano trascorso un determinato termine
di permanenza nell'ufficio.




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