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8 giugno 2010

Sui trasferimenti d'ufficio

Sin dal primo incontro con il Ministro della Giustizia del 28maggio 2008 l'Anm ha chiesto la soppressione del divieto didestinare alle procure i magistrati di prima nomina o almeno laintroduzione di deroghe a tale divieto. Successivamente, anche a seguito degli incontri con i magistratidelle regioni con maggiori difficoltà (Calabria, Sicilia eSardegna), l'Anm ha segnalato al Ministro e al Csm la drammaticitàdella situazione denunciando il rischio di imminente paralisi dellafunzione requirente in quelle regioni.


L'Associazione Nazionale Magistrati ha più volte denunciato con
forza la gravità della situazione di scopertura degli organici
degli uffici di procura, in particolare nel sud Italia, determinata
dalla introduzione del divieto di destinare ad uffici di procure o
a funzioni giudicanti penali monocratiche i magistrati in prima
nomina e dalla previsione dell'obbligo di mutamento di regione in
caso di passaggio dalla funzione giudicante alla funzione
requirente.



Sin dal primo incontro con il Ministro della Giustizia del 28
maggio 2008 l'Anm ha chiesto la soppressione del divieto di
destinare alle procure i magistrati di prima nomina o almeno la
introduzione di deroghe a tale divieto.



Successivamente, anche a seguito degli incontri con i magistrati
delle regioni con maggiori difficoltà (Calabria, Sicilia e
Sardegna), l'Anm ha segnalato al Ministro e al Csm la drammaticità
della situazione denunciando il rischio di imminente paralisi della
funzione requirente in quelle regioni.



L'Anm ha ripetutamente sottolineato la assoluta inidoneità a
risolvere il problema dell'intervento legislativo che ha introdotto
benefici economici e di carriera per chi accetti di essere
destinato a sedi disagiate.



Da ultimo l'Anm ha espresso assoluta contrarietà alla proposta
del governo di prevedere il trasferimento di ufficio dalle regioni
limitrofe  di magistrati con quattro anni di anzianità,
segnalando che si tratta di una misura incostituzionale, gravemente
affittiva per i magistrati più giovani, del tutto incoerente con
l'ostinato rifiuto di derogare al divieto di destinare in procura i
magistrati di prima nomina.



Oggi constatiamo che questa misura, originariamente contenuta
nel disegno di legge delega sulla riforma del processo penale,
vorrebbe essere inserita dal Governo con un emendamento all'interno
del decreto-legge in materia di violenza sessuale.



Si tratta di una iniziativa molto grave sul piano del metodo e
del merito.



Si verrebbe, infatti, ad introdurre all'interno di un decreto
legge che riguarda tutt'altra materia una disciplina che
consentirebbe il trasferimento di ufficio di decine di giovani
magistrati, in aperta violazione del principio costituzionale di
inamovibilità dei magistrati e con effetti disastrosi sulla vita
delle persone e sulla organizzazione degli uffici giudiziari.



L'ANM esprime la più ferma protesta contro l'iniziativa del
Governo, chiede che l'emendamento sia ritirato e che il Governo e
il Parlamento ascoltino la voce dei magistrati al fine di
individuare in tempi rapidi soluzioni idonee a risolvere questa
grave emergenza.




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