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11 giugno 2010

Manovra, magistrati in sciopero il 1^ luglio

Il Comitato direttivo centrale dell'Anm ha proclamato losciopero, assieme alle altre magistrature,  per il 1° lugliocontro la manovra economica varata dal Governo.


Il Cdc ha deciso anche di organizzare assemblee per
sensibilizzare l'opinione pubblica



Dal 21 al 25 giugno  una o più giornate di sospensione delle
attività di supplenza



Il Comitato direttivo centrale dell'Anm ha proclamato lo
sciopero, assieme alle altre magistrature,  per il 1° luglio
contro la manovra economica varata dal Governo.



Il Cdc ha deliberato, inoltre, l'organizzazione, unitamente a
tutte le componenti firmatarie del Patto per la Giustizia, di
assemblee tra l'8 e il 18 giugno al fine di rappresentare
all'opinione pubblica la situazione di grave disagio in cui versano
i magistrati  e simulare gli effetti della mancata
supplenza.



Il Comitato ha stabilito, ancora, che vengano organizzate, nella
settimana dal 21 al 25 giugno, una o più giornate di mobilitazione
e di protesta con sospensione delle attività di supplenza.
L'individuazione dei giorni è delegata  alle sezioni
distrettuali, così come le modalità di attuazione, nei limiti delle
indicazioni contenute in un vademecum e secondo le specifiche
esigenze dei singoli distretti.



Il Cdc ha deciso, infine, l'istituzione di un ufficio di
assistenza e consulenza legale per i magistrati per l'eventuale
proposizione di azioni giudiziarie.



L'Anm ha ribadito che la manovra incide unicamente sul pubblico
impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da
numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e 
le ricchezze del settore privato; paralizza l'intero sistema
giudiziario, screditando e mortificando il personale
amministrativo; svilisce la dignità della funzione giudiziaria e
mina l'indipendenza e l'autonomia della magistratura; incide in
misura rilevante soprattutto sulle retribuzioni dei magistrati più
giovani che subiscono una riduzione di stipendio fino al 30 per
cento. Questo significherà allontanarli dalla magistratura.



E ancora, colpisce in maniera iniqua, indiscriminata e casuale.
Ad esempio, un pubblico dipendente (magistrato o altro funzionario)
con uno stipendio lordo di 150.000 euro subirà un taglio di
stipendio di 3.000 euro lordi l'anno (cioè il 2% dello stipendio),
mentre un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di
circa 40.000 euro subirà tagli complessivi per circa 10.000 euro
lordi l'anno (circa il 25% dello stipendio).



Questa manovra sta già provocando un massiccio "esodo" di
magistrati, gravemente penalizzati dalle misure concernenti il
trattamento di fine rapporto, con conseguente grave scopertura
degli organici già in sofferenza.



L'Anm chiede al Governo interventi strutturali che
consentirebbero di ridurre le spese nel settore giustizia e di
recuperare risorse per lo Stato, secondo le proposte più volte
avanzate:




  • la soppressione dei piccoli Tribunali e delle sezioni
    distaccate di Tribunali che consentirebbe di risparmiare, a regime,
    decine di milioni di euro;


  • il recupero delle pene pecuniarie e delle spese di giustizia,
    circa 1 miliardo di euro l'anno;


  • la sospensione dei processi con imputati irreperibili (che
    costano decine di milioni di euro solo per il pagamento delle spese
    di patrocinio).



I magistrati sono consapevoli della crisi economica in cui versa
il Paese e non intendono sottrarsi al loro dovere di cittadini e di
contribuenti, ma devono denunciare che le misure approvate dal
Governo sono ingiustamente punitive nei confronti loro e di tutto
il settore pubblico.



E' inaccettabile essere considerati non una risorsa, ma un costo
o addirittura uno spreco per la giustizia.



 




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