16 giugno 2010
Il Senato non discutera’ la sospensione dell’ordinamento giudiziario
L'Anm dichiara che il Senato dellaRepubblica si accinge a chiudere i suoi lavori "in anticipo"rispetto alla data prevista del 4 agosto, senza che l'assembleaproceda all'esame effettivo del ddl sulla sospensione degli effettidella legge sull'ordinamento giudiziario e senza che sia datoseguito, attraverso la discussione in aula, al lavoro svolto intempi utili dalla Commissione Giustizia.
Apprendiamo la notizia che il
Senato della Repubblica si accinge a chiudere i suoi lavori "in
anticipo" rispetto alla data prevista del 4 agosto, senza che
l'assemblea proceda all'esame effettivo del ddl sulla sospensione
degli effetti della legge sull'ordinamento giudiziario e senza che
sia dato seguito, attraverso la discussione in aula, al lavoro
svolto in tempi utili dalla Commissione Giustizia.
Se confermata, una tale notizia
produrrà nei magistrati italiani amarezza e viva
preoccupazione.
Amarezza perché - in conseguenza
della scelta di chiudere anticipatamente i lavori - si allontana
ulteriormente nel tempo l'approvazione di una normativa di
"sospensione" che pure le forze politiche della maggioranza
dichiarano di ritenere necessaria e che è oggettivamente
indispensabile per ripensare, modificare o riscrivere (sia pure in
tempi brevi) le norme sbagliate e penalizzanti della legge Castelli
.
Preoccupazione perché, ogni giorno
che passa, crescono - negli uffici, nel Csm, nella giustizia
disciplinare - gli effetti negativi e squilibranti
dell'organizzazione giudiziaria, dovuti alla legge di ordinamento
approvata nella scorsa legislatura.
Su questi effetti - che si
ripercuoteranno in definitiva su tutti i cittadini e che rischiano
di infliggere un colpo definitivo ad ogni politica di ragionevole
durata dei processi civile e penale - l'Associazione nazionale
magistrati richiama ancora una volta l'attenzione di tutte le forze
politiche di maggioranza e di opposizione.
In coincidenza con la ripresa dei
lavori parlamentari, ove perdurassero inadempienze, remore e
lentezze del legislatore, l'Associazione nazionale magistrati dovrà
rappresentare direttamente all'opinione pubblica l'estrema gravità
della situazione ed assumere tutte le iniziative di autotutela che
si renderanno necessarie.