La spending review in materia di
giustizia non deve causare perdita di qualità dell'Amministrazione
ma essere occasione di generale razionalizzazione del sistema per
attuare non solo presunti risparmi, bensì un investimento volto a
migliorare il servizio e a dare un nuovo futuro alla Giustizia
italiana.
La Giustizia deve essere
efficiente, adeguata ai tempi, in grado di rispondere alle esigenze
dei cittadini e di contribuire al processo di rilancio
dell'economia.
No, quindi, ai tagli indiscriminati
di personale e di risorse, che provocherebbero danni gravi ed
irreparabili al funzionamento della giustizia, con ulteriore
aumento dei tempi di definizione dei processi nonché dei costi dei
risarcimenti dovuti dallo Stato.
L'Anm, in merito agli imminenti
interventi del Governo, nel condividere l'obiettivo generale di
riduzione della spesa pubblica, osserva:
è necessaria l'attuazione della
revisione delle circoscrizioni, intervento dall'Anm sempre
auspicato e che va attuato superando le diverse criticità della
legge delega e delle versioni ufficiose sino ad ora apparse sugli
organi di stampa;
è indispensabile una generale
riforma e razionalizzazione delle procedure e un complessivo piano
di investimenti in risorse (da molti anni in costante diminuzione
per effetto delle manovre finanziarie).
L'Anm, per ridurre i costi e per
reperire nell'immediato nuove risorse, propone:
obbligatorietà e gratuità, per i
gestori concessionari, delle prestazioni relative alle
intercettazioni, unite ad una riduzione delle spese da un lato per
l'esecuzione delle operazioni tecniche, dall'altro per le
trascrizioni;
generale e definitiva attuazione
del processo civile telematico; digitalizzazione del fascicolo
penale (nell'immediato applicabile per le denunce a carico di
ignoti); informatizzazione dei registri; l'implementazione
dell'adozione di procedure solo informatiche per la trattazione di
procedimenti seriali; l'immediata e capillare diffusione della PEC
(posta elettronica certificata) sia nel civile sia nel
penale;
un percorso nella prospettiva del
"diritto penale minimo" con la decriminalizzazione di illeciti di
scarso allarme social ;
la previsione di ulteriori
ipotesi di sanzioni alternative al carcere;
la previsione di meccanismi volti
ad una gestione sistemica del contenzioso seriale nei settori
previdenziale/assicurativo/infortunistico e idonei altresì ad
eliminare gli abusi del processo e nel processo;
la sospensione del processo
penale nei confronti degli imputati irreperibili;
la rivisitazione del patrocinio a spese dello Stato;
la possibilità di un immediato e
generalizzato riutilizzo dei beni sequestrati e destinati alla
confisca;
la riforma della disciplina delle
spese di custodia dei beni sequestrati.
Un ulteriore considerevole
risparmio sia di costi che di personale potrebbe derivare, ancora,
da una riorganizzazione del Ministero della Giustizia con due
Dipartimenti a fronte degli attuali quattro; dal recupero di
personale attraverso la riduzione del numero degli Enti
Territoriali (Province in primis) e da interventi fiscali mirati
sui patrimoni piuttosto che sui trattamenti retributivi.
A tale riguardo, l'Anm ritiene non
necessari - oltre che iniqui e punitivi - ulteriori interventi sul
trattamento economico e previdenziale del pubblico impiego in
generale - e dei magistrati in particolare - già attualmente
interessato, per il triennio 2011-2012-2013, da interventi
selettivi e fortemente penalizzanti (blocco per tre anni degli
aumenti stipendiali, decurtazione progressiva dell'indennità
giudiziaria, contributo di solidarietà, sorta di tassa occulta
limitata al settore pubblico).