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29 novembre 2012

L’Anm per la salvaguardia dell'autogoverno

L'Anm, con riferimento allepolemiche suscitate dalla diffusione, su una mailing list pubblica,di una mail di un componente del Csm destinata a un circuitoristretto, osserva che già nel programma di Giunta del 24 marzo2012 si è ritenuto necessario dedicare un punto specifico al tema"L'associazione e l'autogoverno", laddove si afferma che è"fondamentale per la crescita e la tutela dell'immagine dellaMagistratura e del suo autogoverno che si perseguano sistemi escelte coerenti, trasparenti e adeguatamente motivate: nella sceltadei dirigenti, nella tempistica di trattazione delle pratiche,nelle assegnazioni dei fuori ruolo...


L'Anm, con riferimento alle
polemiche suscitate dalla diffusione, su una mailing list pubblica,
di una mail di un componente del Csm destinata a un circuito
ristretto, osserva che già nel programma di Giunta del 24 marzo
2012 si è ritenuto necessario dedicare un punto specifico al tema
"L'associazione e l'autogoverno", laddove si afferma che è
"fondamentale per la crescita e la tutela dell'immagine della
Magistratura e del suo autogoverno che si perseguano sistemi e
scelte coerenti, trasparenti e adeguatamente motivate: nella scelta
dei dirigenti, nella tempistica di trattazione delle pratiche,
nelle assegnazioni dei fuori ruolo, nell'esercizio dell'attività
disciplinare" e laddove si ricorda la necessità di serie e
ponderate valutazioni di professionalità, tali da
"rispecchiare  sempre meglio l'effettivo lavoro del
magistrato", proprio perché "finalizzate sia alla progressione in
carriera che alla più efficace selezione per i ruoli semidirettivi
e direttivi".



L'Anm, nel riconoscere il ruolo
centrale e insostituibile del CSM, conferma oggi il suo impegno
forte e deciso volto a promuovere una pratica dell'autogoverno
responsabile e consapevole, come parte fondamentale dei doveri del
magistrato e quale elemento essenziale per un esercizio della
giurisdizione a servizio del cittadino.



Csm, Consigli Giudiziari,
dirigenti, devono svolgere il rispettivo ruolo istituzionale,
anzitutto in materia di nomine di direttivi e semidirettivi e di
valutazioni di professionalità, nella più rigorosa applicazione dei
parametri di legge, senza cedere a ragioni che non siano quelle
della valutazione oggettiva dei titoli e delle qualità possedute,
respingendo ogni ingerenza da qualsiasi parte essa provenga,
rifiutando di dare spazio a logiche territoriali o di appartenenza,
strettamente attenendosi a un esercizio corretto, trasparente e
coerente della discrezionalità, che sappia ingenerare fiducia e che
veda i componenti consiliari operare nel segno di un autogoverno
indipendente, senza vincolo di mandato, nel solo interesse di una
giurisdizione autonoma ed efficiente.



Ciascun magistrato deve partecipare
alla vita degli uffici ed al sistema di autogoverno con senso di
responsabilità e nel rispetto dei principi deontologici del Codice
etico. In particolare, chi aspira al conferimento di incarichi di
qualsiasi natura deve astenersi da ogni indebita pressione o
influenza volta a condizionare le decisioni che lo riguardano né
deve consentire che altri lo facciano in suo favore, nella
consapevolezza che l'assunzione e l'esercizio di qualsiasi incarico
devono rispondere unicamente a esigenze di servizio e non a pretese
di carriera, di una carriera intesa come progressione onorifica
verticale, in contrasto con quanto affermato dall'art. 107 comma 3
della Costituzione.



Ai fini della concreta
realizzazione di un autogoverno responsabile, si rende necessaria
l'adozione di criteri stringenti che, anche attraverso l'adozione
di parametri sempre più oggettivi, definiti e verificabili e di
rapporti informativi e strumenti di conoscenza trasparenti, precisi
e documentati, realizzi nel concreto le esigenze di correttezza
delle scelte operate. Ogni singolo magistrato ed ogni realtà
dell'associazionismo giudiziario sono chiamati a fornire il proprio
contributo di idee, onde migliorare e rendere effettive le regole
già esistenti e introdurne di nuove, nel rifiuto, peraltro, del
ritorno a logiche burocratiche e a soluzioni anacronistiche,
incompatibili con le esigenze di una moderna giurisdizione europea,
come quella di nomine dei dirigenti operate in base alla mera
"anzianità senza demerito".



La Magistratura ha il dovere di
dimostrare le proprie capacità di autoriforma. L'Anm come sempre
non farà mancare il suo impegno.




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