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15 dicembre 2014

Corruzione, Maurizio Carbone (Anm) stronca la legge di Matteo Renzi: "L'eliminazione della norma sui pentiti mostra la debolezza del governo"

L'intervista del segretario generale all'Huffington Post


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La parola chiave è “delusione”. Il sentimento profondo è la frustrazione e la rabbia per “l’occasione mancata”. L’ennesima, si potrebbe dire. “Questa volta - dice Maurizio Carbone, segretario dell’Associazione nazionale magistrati, all'HuffPost - eravamo convinti che dopo il caso Eternit e Mafia Capitale, al rumore delle parole del Presidente del consiglio seguisse l’oggettività dei provvedimenti del governo. Invece nulla…”. L’ennesimo rinvio. L’ennesimo disegno di legge.


Cosa la delude di più, che non si sia messo mano alla prescrizione? O che sia scomparsa la norma, già scritta, che prevedeva il collaboratore di giustizia nelle inchieste di corruzione?
“I motivi di delusione sarebbero molti. Il più grave è il nulla di fatto sulla prescrizione…”


Il disegno di legge del governo ha alzato le pene del 319 (corruzione) da 4-8 anni a 6-10. Qualcosa è cambiato, non crede?
“Sì, ho letto. E di conseguenza, solo in conseguenza di questo innalzamento della pena, dovranno aumentare anche i tempi della prescrizione. Ma è chiaro a tutti che si tratta di un provvedimento tampone che non risolve il problema in generale. E i magistrati, specie quelli che si occupano di reati contro la pubblica amministrazione (come Carbone, ndr), hanno disperatamente bisogno di un intervento omogeneo e radicale sulla prescrizione che superi l’attuale regime cosi come delineato dalla attuale ex Cirielli. Ogni giorno per noi è una lotta contro il tempo che nove volte su dieci siamo destinati a perdere”.


Perché? E non si stanchi di spiegarlo ogni volta e una volta in più.
“I reati di corruzione e più in genere contro la pubblica amministrazione sono reati che si reggono su un patto di interesse comune tra corrotto e corruttore ed è difficile scoprirli. Quando accade, in genere è già passato tempo. A volte troppo tempo. E il reato cade in prescrizione”.


Cosa chiedete?
“Semplice: oggi la prescrizione comincia il suo conto alla rovescia nel momento in cui viene commesso il reato. Noi chiediamo invece che il termine di prescrizione s’interrompa con la richiesta di rinvio a giudizio o almeno dopo la sentenza di primo grado. Vede, ancora oggi ricordo il giorno in cui, tre anni fa, fui eletto segretario dell’Anm e la mia prima dichiarazione fu anche allora questa”.


Questa volta sembrava fatta.
“Proprio qui nasce la nostra delusione. La casualità ha voluto che l’Anm fosse riunita quando il Presidente del consiglio ha detto “ora basta, i corrotti devono pagare”. Era già successo dopo il caso Eternit un mese fa (reato di disastro ambientale prescritto, ndr) ma poi non era accaduto nulla. Questa sembrava la volta buona. Quella in cui finalmente agli annunci seguivano i fatti. E invece, nulla anche questa volta”.


E’ stata però allargata la confisca dei beni, il regime applicato a mafia e terrorismo sarà valido anche per i reati contro la pubblica amministrazione. E il patteggiamento sarà condizionato all’ammissione di colpa e alla restituzione di tutto il maltolto.
“Vero, questo è positivo. Purtroppo però si tratta di un disegno di legge. Chissà quando diventerà legge”.


Il premier Renzi ha detto che non si può usare la decretazione d’urgenza su cose di giustizia.
“Interessante. Ma assistiamo al fatto che il nuovo processo civile e altre norme che incidono sullo status dei magistrati sono state invece decise tramite decreto. E la responsabilità civile dei magistrati naviga su un binario di alta velocità. Se per questo sono stati validi i criteri di necessità e urgenza, a maggior ragione gli stessi criteri esistono per combattere la corruzione. In questo modo si dà un messaggio sbagliato”.


Un’ora prima del consiglio dei ministri era girata una bozza del ddl con dentro anche la norma premiale per i collaboratori di giustizia. L’avete chiesta voi?
“Da tempo diciamo che serve uno strumento per spezzare il patto di reciproca utilità che lega corrotto e corruttore. Questo soprattutto dopo che la legge Severino ha nei fatti stabilito che il concusso non è più vittima. Da quel momento noi abbiamo denunciato che è venuto meno l’interesse di una delle parti a denunciare il patto di corruzione. Prevedere una legislazione premiale sarebbe stata la vera novità. Il cambio di passo che aspettiamo da tempo. Soprattutto così abbiamo combattuto mafia e terrorismo”.


Ma poi la norma è sparita. Il Nuovo centro destra di Alfano si è opposto sostenendo che si tratta di “decisioni delicate” che richiedono “più tempo di elaborazione”.
“Ancora una volta la politica mostra segnali di debolezza e mancanza di coraggio. Nel 2011, ai tempi della legge Severino, denunciammo la lacuna che si era creata togliendo al concusso la possibilità di denunciare senza restare coinvolto. Ci fu detto, amaramente, che ‘con questa maggioranza non si poteva fare di più’”.


All’epoca il Pd governava con Fi, c’erano le larghe intese e Monti premier.
“Devo dedurre che non è cambiato molto da allora. Tutto questo rallenta il Paese. E lo danneggia”.


Continuate a combattere a mani nude contro la corruzione?
“Purtroppo la politica sembra avere altre priorità”.


Nell'ultima bozza del provvedimento la norma sui pentiti all'articolo 1


 



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