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27 ottobre 2012

D.d.L. “anticorruzione”: positività, criticità e proposte

Il ddl anticorruzione verrà approvato in tempi rapidissimi ed in un momento in cui il susseguirsi di importanti indagini evidenzia che il Paese si trova innanzi ad ampie zone infette in cui la corruzione, nelle sue diverse forme, è divenuta regola di condotta.
A distanza di venti anni da “Mani Pulite”, ancora una volta, spetterà alla magistratura farsi carico della risposta repressiva ad un fenomeno diffuso, con il rischio di trasformare nuovamente il processo penale da eccezione a regola.
In questo senso positivo è il ddl “anticorruzione” nella parte in cui prevede una articolata disciplina preventiva per la corruzione nella pubblica amministrazione, dato che, per la prima volta, il Legislatore interviene sulla genesi dei fenomeni corruttivi, evitando di affidarsi esclusivamente alla repressione.
Però sul versante penale il ddl presenta delle serie criticità. 
Basti ricordare, per esempio, per la concussione per induzione, la previsione di una pena significativamente inferiore all’attuale e l’incriminazione generalizzata del soggetto indotto. L’assenza di disciplina transitoria avrà oltretutto effetti prevedibilmente dirompenti sui processi in corso, per la contrazione improvvisa dei tempi di prescrizione e la possibile ricaduta sul materiale probatorio già legittimamente acquisito, con sostanziali effetti di parziale amnistia.
Inoltre il ddl è senza dubbio una occasione mancata per quello che non prevede (come l’incriminazione dell’autoriciclaggio, la riforma del falso in bilancio e del voto di scambio).
Di ciò è consapevole anche il Ministro della giustizia dato che in numerosi interventi pubblici ha preannunciato ulteriori iniziative per ridare una migliore razionalità all’intervento.
L’Associazione nazionale magistrati ritiene doveroso sottolineare le criticità e le lacune del testo, potendo ancora la Camera dei Deputati, che esaminerà lunedì il provvedimento, apportare modifiche utili a superarle.
L’Anm, nella prospettiva di una approvazione del provvedimento nel testo attuale, evidenzia al Ministro la necessità che in tempi rapidi:
1) sia effettuato un monitoraggio dell’impatto della nuova disciplina sulla situazione giudiziaria, così come richiesto dal “rapporto GRECO di valutazione sull’Italia”;
2) siano predisposti interventi a sostegno degli uffici giudiziari per consentire la tempestiva utile trattazione dei processi in corso.
Rimane indispensabile agire, in tempi rapidi, per rivisitare il sistema della prescrizione, anche valutando l’adozione di soluzioni maggiormente in linea con le esperienze degli altri Paesi europei (prescrizione interrotta con l’esercizio della azione penale o con la pronuncia della sentenza di primo grado) onde consentire che si arrivi in termini ragionevoli ad un accertamento compiuto e definitivo della verità processuale.
L’Associazione nazionale magistrati rivolge in tal senso un appello alle forze politiche, affinché il Ministro della Giustizia possa operare, con gli strumenti maggiormente efficaci, per un tempestiva soluzione del problema.
Approvato all’unanimità dal Comitato direttivo centrale



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