25 aprile 2021
Relazione sullo svolgimento dei lavori
Presentata e approvata dal Cdc nel corso della seduta del 24-25 aprile 2021
La commissione di studio dell’ANM sulla dirigenza giudiziaria e sulle sue prospettive di riforma ha riscontrato, sin dalla sua prima riunione, un’accentuata differenziazione tra i componenti in ordine allo stesso atteggiarsi della funzione dirigenziale degli e negli uffici giudiziari. Netta divergenza si è registrata tra chi propugnava lo specializzarsi di alcuni magistrati, evidentemente portati più di altri, nella gestione delle strutture complesse, e chi invece predicava l’eclissarsi, nella misura del possibile, di ogni distinzione funzionale tra colleghi in virtù in virtù degli incarichi ricoperti, in modo da rendere l’esperienza direttiva una fase della vita professionale – neppure molto prolungata - di ogni magistrato. E tra tali due estremi svariate possibili soluzioni intermedie si sono affacciate: dal maquillage del modello attuale, alla razionalizzazione del sistema basato su indicatori specifici e generici per il tramite di una gerarchizzazione degli stessi sino alla sua radicale destrutturazione per mezzo della rotazione.
Il pluralismo registrato ha fatto ritenere senz’altro inopportuno procedere col sistema delle votazioni a maggioranza, apparendo del resto la scelta politico-culturale di quale modello privilegiare compito non certo di una commissione di studio, ma degli organi decisionali collegiali dell’Associazione. Pertanto, questa commissione ha optato per articolare la sua riflessione lungo tre direttrici:
1) L’interrogarsi sul senso e le funzioni, e dunque la configurazione, in questo contesto situazionale, delle figure apicali dell’organizzazione giudiziaria. Cosa ci si aspetta da esse? Quali i loro compiti?;
2) L’esplorare la prima alternativa della riforma della disciplina della dirigenza giudiziaria secondo un modello simile, nella sua ispirazione di fondo, a quello attuale, ma con una chiara semplificazione, specificazione e gerarchizzazione degli indicatori per la selezione dei ruoli direttivi e semidirettivi, in modo da ridurre al minimo il rischio che la discrezionalità del CSM trasmodi in arbitrio;
3) L’esplorare la seconda alternativa della radicale destrutturazione del modello attuale e la sua sostituzione con uno che si imperni sulla rotazione degli incarichi apicali.
Di seguito gli articolati elaborati sulle tre direttrici appena enucleate. Al CDC la scelta sulla via da intraprendere.
I - Senso, funzioni e configurazioni dei ruoli direttivi e semidirettivi.
PREMESSA
Partiamo da un dato unanimemente condiviso.
Ogni riflessione sul tema non può che partire da un approccio in termini di servizio, di assunzione di responsabilità per garantire un servizio Giustizia migliore, in termini di qualità e di efficienza.
Vero che ogni giudice è investito di un dovere organizzativo del proprio ruolo, ma il dirigente ha “oneri aggiuntivi “, quello in particolare di garantire il benessere organizzativo del proprio ufficio e delle persone che lo compongono, oltre alle note funzioni di coordinamento, di curare l’aggiornamento giurisprudenziale.
Ci vogliono indubbie capacità umane, bisogna saper “fare squadra”, e farsi promotori di una visione di dirigenza quanto mai partecipata e condivisa...(leggi tutta la relazione)