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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.
    

30 maggio 2022

Dopo il 16 maggio

Valutazioni del Cdc sulla giornata di astensione del 16 maggio 2022


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Abbiamo sostenuto le ragioni dello sciopero, perché abbiamo visto i pericoli insiti nell’impostazione verticistica e iperproduttivistica dell’ordinamento giudiziario, che costituisce l’ossatura della riforma elaborata dal Governo, e continuiamo a ritenere che fosse assolutamente indispensabile attirare l’attenzione della collettività sul lento ma inesorabile allontanamento dal modello costituzionale della magistratura.

Il percorso che ha portato alla proclamazione della giornata di astensione ed il suo risultato inducono a riflettere sulla necessità di incentivare la partecipazione dei colleghi all’attività dell’associazione, proseguendo sulla spinta indicata dalle numerose assemblee locali svoltesi nella giornata del 16 maggio e in quelle precedenti.

A fronte della disaffezione di tanti iscritti rispetto all’impegno associativo è indispensabile rinsaldare il rapporto fiduciario con gli organi dell’associazione, affinché essa possa continuare a rappresentare una voce forte ed autorevole nelle sue interlocuzioni con le altre istituzioni.

L’adesione di metà dei magistrati rappresenta un punto di partenza per ragionare sul modo di coinvolgere sempre di più i colleghi nella scelta delle linee di azione dell'associazione e sull’esigenza di comprendere a fondo le ragioni per le quali i colleghi contrari allo sciopero non hanno partecipato all'assemblea né espresso in quel luogo il loro dissenso.


Per queste ragioni, il Comitato Direttivo Centrale delibera di:



  1. convocare alcune sedute della GEC e del CDC nei distretti di corte d'appello sul territorio, iniziando da quei distretti in cui si è registrata la minore partecipazione allo sciopero;

  2. trasmettere a tutti gli associati l'ordine del giorno del CDC e le delibere adottate, al fine di consentire loro di seguire i lavori in modo fattivo e di contribuire alla individuazione di temi ritenuti sensibili sui quali sollecitare una discussione;

  3. indizione di una consultazione aperta a tutti gli associati, da effettuarsi per il tramite della Commissione dei rapporti con le GES, secondo le modalità ritenute più opportune, affinché gli iscritti possano segnalare i temi che ritengono prioritari dell’azione associativa;

  4. affidare alla commissione modifiche statutarie l’analisi dell’art. 17 dello Statuto per eventuali proposte di modifica che promuovano una maggiore partecipazione all’assemblea generale;

  5. adottare ogni iniziativa utile a contrastare gli effetti della deriva burocratica ed iperproduttivistica tracciata dalla riforma in corso di approvazione, anche sollecitando il Consiglio Superiore della Magistratura a determinare in modo omogeneo i carichi esigibili secondo le richieste formulate con i documenti recentemente approvati dal C.D.C.



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