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14 settembre 2024

Il continuo impegno per la giurisdizione a invarianza finanziaria

Il documento approvato dal Comitato Direttivo Centrale

Ormai da svariati anni la politica si determina a far fronte a problemi sociali di vario genere, anche di portata sovranazionale, con risposte, a volte esclusive, di tipo giudiziario e, quindi, con un continuo e progressivo incremento dell’impegno della giurisdizione.

Enormi ambiti di nuovi interventi con corrispondenti assai gravosi compiti sono stati negli ultimi anni previsti sia in materia civile sia in materia penale.

Per fare solo pochissimi esempi, si pensi agli ambiti della protezione internazionale, dello stato di crisi o di insolvenza del debitore, del nuovo processo di famiglia nel settore civile; a quelli della messa alla prova, del c.d. “codice rosso”, delle sanzioni sostitutive e della giustizia riparativa in ambito penale e della prevista estensione dell’utilizzo di App penale a tutta la materia delle indagini preliminari senza che siano state risolte le numerose criticità.

Per non parlare della legge Nordio che, con la previsione del G.i.p. collegiale e gli ulteriori adempimenti procedimentali, metterà in difficoltà molto uffici giudiziari, specie quelli di piccole dimensioni che, anche per il regime delle incompatibilità, non riusciranno a far fronte a tutte le nuove incombenze con le modeste risorse stanziate.

Pressoché tutti gli interventi legislativi in questione si caratterizzano negativamente perché, a fronte di sempre maggiori e più ampi impegni, non apprestano le ovvie e necessarie risorse per farvi fronte.

La costante di tutti questi variegati provvedimenti legislativi, infatti, è la norma contenente l’ormai famigerata “clausola di invarianza finanziaria” con i quali essi si concludono: “Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione dei compiti derivanti dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.

Si tratta di una legislazione che non solo si pone in palese contrasto con la Costituzione e, in particolare, con l’articolo 81, secondo cui “ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte”, ma comporta altresì un inesigibile appesantimento del lavoro, un grave abbassamento della qualità e, in definitiva, una pericolosa burocratizzazione della giurisdizione.

Il rendere giustizia, che dovrebbe essere il lavoro del magistrato, si va sempre più traducendo in un’attività di smaltimento di fascicoli, di raggiungimento di obiettivi puramente numerici, di aggiustamento delle statistiche, alle quali la giurisdizione finisce per essere soggetta più che alla legge.

Tutto questo porta con sé gravi problemi anche per l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri, sempre più impegnati a mettere a posto carte e numeri.

In questo quadro risulta apprezzabile, finalmente, l’attuazione degli artt. 11 d.lgs. 160/06 e 37 del d.l. 98/2011 da parte del CSM, con il varo delle importanti delibere, rispettivamente, sugli standard di rendimento e sui carichi esigibili.

Occorre insistere su questa strada ed estendere le previsioni a tutela della qualità della giurisdizione e delle condizioni di lavoro dei magistrati anche ai settori purtroppo non interessati da tali delibere (Corte di cassazione, Tribunale per i minorenni, ecc.).

Ovviamente, la sola formale approvazione delle circolari consiliari non può in alcun modo ritenersi sufficiente, ma occorre assicurarne anche l’effettiva e puntuale applicazione.


Ecco perché il Comitato direttivo centrale ritiene necessario:



  • impegnare la Giunta esecutiva centrale dell’ANM, anche attraverso le Giunte esecutive sezionali, a svolgere di propria iniziativa, senza attendere segnalazioni dei singoli colleghi, un’attenta attività di monitoraggio, a tutela dei magistrati, sulla concreta situazione dei carichi di lavoro degli uffici giudiziari, elaborando, se necessario, anche le opportune proposte di miglioramento delle circolari richiamate;

  • che la Giunta esecutiva centrale continui a seguire con attenzione la produzione legislativa denunciando proposte che introducono nuovi impegni per la giurisdizione senza la corrispondente predisposizione delle necessarie risorse umane e materiali.




ROMA, 14 settembre 2024



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CDC 14 settembre 2024 | pdf, 63 kb

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