L’Ufficio per il processo risponde all’esigenza, comune agli altri Stati europei, di dotare il Giudice di una struttura organizzativa, composta di varie professionalità, in grado di ausiliare il Magistrato nello svolgimento di attività preparatorie e accessorie all’esercizio della giurisdizione, onde garantire un’efficace e tempestiva risposta di giustizia.
Lo stesso Ministero della giustizia mostra di aver ben colto tale esigenza, nell’affermare che “Alla luce di numerose e positive esperienze maturate in diversi Paesi stranieri (Regno Unito, USA, Francia e Spagna) anche in Italia si è diffusa la consapevolezza che i magistrati hanno bisogno di uno staff che li coadiuvi nell’espletamento delle loro molteplici attività, complementari rispetto a quelle propriamente connesse alla giurisdizione. Allo stesso modo, è ormai accresciuta la consapevolezza che l’innovazione tecnologica non può portare ai risultati sperati in termini di efficienza e qualità del servizio se non è accompagnata da un valido supporto di risorse e soprattutto da un ripensamento delle logiche organizzative del lavoro. L’ufficio per il processo si colloca dunque in tale riflessione sull’organizzazione del lavoro giudiziario, nella consapevolezza dell’importanza della creazione di uno staff del magistrato (e di strutture tecniche) a supporto dei processi di innovazione tecnologica e organizzativa.” (fonte: sito istituzionale del Ministero della giustizia, “La struttura UPP Uno staff per il magistrato, uno strumento per migliorare il servizio giustizia”).
Il transito da una struttura per il passato sovente connotata da una concezione monadica del lavoro del Giudice ad un modulo organizzativo che vede il Magistrato coordinatore di un ufficio di staff, che annovera un elemento centrale nell’introduzione della figura professionale del “funzionario addetto all’ufficio per il processo”, è in corso e sta dando buona prova di sé.
Lo testimoniano i dati obiettivi di riduzione del tempo medio dei procedimenti e di evasione dell’arretrato, conseguiti anche attraverso l’impiego di figure che supportano il Giudice nel dedicarsi all’attività propriamente giurisdizionale, sì da assicurare alle parti una più rapida risposta, diversamente ostacolata dalla stratificazione in capo al Magistrato di molteplici attività che sono complementari e strumentali rispetto all’esercizio della giurisdizione.
In particolare, Gli obiettivi del PNRR, approvati dal Consiglio Europeo a dicembre 2023, erano i seguenti:
- Riduzione del disposition time complessivo, dato dalla somma del disposition time nei tre gradi di giudizio, del 40% nel settore civile e del 25% nel settore penale entro giugno 2026, rispetto ai corrispondenti valori del 2019 (baseline).
- Obiettivo intermedio di smaltimento da realizzarsi entro il 31/12/2024: riduzione del 95% dei procedimenti civili pendenti al 31/12/2019 (baseline) iscritti fino al 31/12/2016 per i Tribunali e fino al 31/12/2017 per le Corti di appello;
- Obiettivo finale di smaltimento da realizzarsi entro il 30/06/2026: riduzione del 90% dei procedimenti civili pendenti al 31/12/2022 (baseline), iscritti dal 01/01/2017 al 31/12/2022 presso i Tribunali e dal 01/01/2018 al 31/12/2022 presso le Corti di Appello.
(Fonte: Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa).
Al 31/12/2024, si registra una riduzione del disposition time, rispetto ai corrispondenti valori del 2019, del 28,3% nel processo penale e del 20% nel processo civile.
L’arretrato civile nelle Corti riscontra una riduzione del 45,5%; quello nei Tribunali del 38%.
Quanto alla Corte di Cassazione, si registra infine una riduzione del disposition time del 27% nella Cassazione civile e del 51,50% nella Cassazione penale rispetto ai corrispondenti valori del 2019.
(Fonti: Antonio Scalera in occasione del Convegno dal titolo “Ufficio per il processo. Non una persona di meno”, 19/05/2025: Ufficio per il processo. Non una persona di meno (19.05.2025; Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa: Dati e statistiche | Monitoraggio PNRR).
Con specifico riferimento alla Suprema Corte di Cassazione, occorre precisare che i ricorsi iscritti annualmente sono 50.000 nel settore penale e 35.000 nel settore civile, con un trend attualmente in aumento soprattutto nel civile (famiglia, protezione internazionale e previdenza sociale).
Sono stati tuttavia raggiunti importanti obiettivi, in quanto nel settore civile si registra un disposition time di 927 giorni; nel settore penale invece i ricorsi sono trattati nell’arco di 3-4 mesi dalla loro iscrizione, ma da questo dato occorre scorporare i ricorsi in materia di Mandato Arresto Europeo e misure cautelari personali trattati entro 45 giorni.
(Fonte: Margherita Cassano, Convegno dal titolo “Ufficio per il processo. Non una persona di meno”, 19/05/2025).
Alla luce dei dati riportati, occorre proseguire nel percorso intrapreso, al fine di completare il processo di transizione verso un diverso e più proficuo modello organizzativo del lavoro giudiziario, idoneo, ove reso strutturale, a contribuire alla stabile riduzione della durata del processo, evitando di arrestare bruscamente i progressi in corso al raggiungimento della deadline di giugno 2026.
L’ANM auspica, pertanto, che il Ministero della giustizia proceda alla sollecita stabilizzazione dei funzionari addetti U.P.P. in servizio, tenuto peraltro conto dell’attività di formazione del personale che ha impegnato i magistrati italiani negli ultimi anni e che verrebbe altrimenti del tutto vanificata, allontanando l’Italia dal “benchmark” di Paesi europei che, come dallo stesso Ministero osservato, conoscono l’esperienza di un ufficio di staff che coadiuva il Magistrato nell’espletamento delle attività connesse alla giurisdizione, nell’ottica di una maggiore celerità ed efficienza nella risposta di giustizia.