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4 giugno 2010

La Gec sulle modalità di selezione dei rappresentanti del Csm

La Giunta esecutiva centrale ha da tempo promosso un dibattitoserio e approfondito  all'interno dell'associazione e tra imagistrati, che affronti senza ipocrisie, ma anche rifuggendo dafacile demagogie, il tema del ruolo dell'associazionismo deimagistrati e delle componenti della Anm.


La Giunta esecutiva centrale ha da tempo promosso un dibattito
serio e approfondito  all'interno dell'associazione e tra i
magistrati, che affronti senza ipocrisie, ma anche rifuggendo da
facile demagogie, il tema del ruolo dell'associazionismo dei
magistrati e delle componenti della Anm.



E' evidente che in questa riflessione uno snodo fondamentale è
rappresentato dalle modalità di selezione dei rappresentanti del
Consiglio superiore della magistratura.



La Giunta esecutiva centrale ritiene che le proposte di modifica
della legge elettorale del Csm, avanzate nel mondo politico ma
anche all'interno della magistratura, che prevedono l'introduzione
di forme di sorteggio o di pre-sorteggio per la selezione dei
rappresentanti in Csm si pongano in contrasto con l'articolo 104
comma 4 della Costituzione.



I padri costituenti hanno voluto un Csm che fosse
rappresentativo di tutti i magistrati ordinari: affidare al caso o
alla sorte la scelta dei componenti del Csm significherebbe svilire
il ruolo costituzionale dell'organo di governo autonomo e umiliare
i magistrati italiani, che verrebbero considerati incapaci di
operare scelte consapevoli e libere.



Pur tuttavia, l'intento di svalutare ulteriormente la tensione
ideale e culturale in magistratura, per quanto sia strumentale,
indubbiamente trova terreno fertile nel disagio che pure esiste tra
i colleghi e che rischia di trasformarsi in crisi di
rappresentatività.



E'necessario, dunque, da parte dell'Anm un forte impegno per
studiare insieme ai colleghi tutti i profili e le qualità necessari
per il prossimo Consiglio Superiore della Magistratura,
individuando, altresì, i percorsi da seguire attraverso un modello
di partecipazione in cui la legittimazione alla rappresentanza
provenga da tutti i magistrati e dagli uffici giudiziari al fine di
restituire al sistema nuovo entusiasmo, unità di intenti e
democrazia interna.



La Gec delibera, pertanto, di convocare per il 26
settembre prossimo un Comitato direttivo centrale anche sugli
indicati temi.




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